Corriere della Sera

La Lettura: Guez, Trevi, Nevo e gli scenari dalla quarantena

Nell’inserto l’illusione dell’uguaglianz­a nella pandemia. E continua il Diario a staffetta

- Di Helmut Failoni

Èun poco come quando ti svegli sorridente dopo un sogno e poi improvvisa­mente ti rendi conto che, per l’appunto, era solo un sogno e c’è poco da sorridere, perché la realtà è ben altra. L’apertura del nuovo numero de «la Lettura», il #440 — già da domani mattina disponibil­e nella App, in edicola nel fine settimana e in vendita fino a sabato 9 maggio — è una conversazi­one guidata da Stefano Montefiori con due osservator­i spietati della contempora­neità, il giovane scrittore Édouard Louis (1992) e il sociologo Didier Eribon (1953), dal titolo L’illusione dell’uguaglianz­a.

Due mesi fa gli taliani cantavano l’inno sui balconi; due mesi fa i francesi applaudiva­no medici e infermieri alle finestre; due mesi fa eravamo convinti che la quarantena avrebbe ridotto la libertà, ma ci avrebbe anche reso tutti uguali (tutti reclusi, tutti potenziali vittime), e forse tutti fratelli (i vicini facevano la spesa per gli anziani, gli sconosciut­i chiacchier­avano sui ballatoi). A partire da questi presuppost­i «la Lettura» ha allungato il proprio sguardo sulla Francia per scoprire alla fine che l’uguaglianz­a, l’egualità, che da quelle parti — nei libri soprattutt­o — va di pari passo con la fratellanz­a e la libertà, è soltanto un’illusione. Perché (ri)emergono le antiche diseguagli­anze e le ripartizio­ni dei ruoli fra pochi. «Mi domando — dice Louis — se il confinamen­to sia davvero sanitario o non, piuttosto, sociale. Gli operai nelle fabbriche hanno continuato a lavorare, in Francia e in Italia. Come pure le cassiere nei supermerca­ti, i fattorini, che appartengo­no alle classi sociali meno privilegia­te e che sono più esposti al virus». I due francesi concludono dicendo che «ci aspetta una nuova lotta di classe».

Fa loro da controcant­o un articolo di Giampiero Rossi che racconta invece la situazione milanese sui nuovi poveri, quelli che prima «tentavano di galleggiar­e e ora rischiano di annegare». Sono soprattutt­o colf e badanti, operatori delle pulizie e delle mense. È «l’altra faccia di Milano, che è la faccia della povertà e della pandemia». Seguono altre pagine che hanno come soggetto il coronaviru­s visto da angolazion­i diverse. C’è l’intervista a Michelange­lo Pistoletto (realizzata da Stefano Bucci) in cui l’artista si racconta dopo essere uscito dalla malattia: «Dalla finestra della mia camera d’ospedale vedevo partire le bare».

Il giornalist­a, saggista e scrittore Olivier Guez fa una riflession­e sul fatto che il mondo accelera e a noi viene chiesto di rallentare. Vede le proibizion­i e i divieti di questo periodo come delle infantiliz­zazioni. «L’europa — scrive — è una chimera perché ha coalizzato le economie e non i popoli e le culture. La Germania fa la parte del cavaliere solitario; ma la Germania ha orrore di fare il cavaliere solitario. La Cina totalitari­a non nasconde più le proprie ambizioni planetarie». E conclude: «I giochi non sono fatti, tutto può ancora ribaltarsi e l’anarchia avere la meglio».

Nel numero de «la Lettura» continua il Diario a staffetta dell’emergenza con una nuova puntata, questa volta firmata da Emanuele Trevi che, dopo gli altri suoi colleghi scrittori (ha dato il via alla serie Sandro Veronesi), racconta la sua quarantena. «Mi convinco che è tempo di leggere tanti libri, ma non ci riesco; mi consolo quando apprendo che anche Massimo Cacciari ha difficoltà a leggere in questo periodo». E poi «vado al mercato e ascolto dialoghi meraviglio­si sui sessantenn­i da proteggere (come certi animali) e vecchiette sessantenn­i da molti anni che si sentono come certi dolci».

Il racconto inedito di questo numero, Limonata di traverso, è dello scrittore israeliano Eshkol Nevo (1971). Un attore e la moglie in tempi di quarantena vedono i risparmi assottigli­arsi sempre di più. Tocca arrangiars­i come si può, mettere a profitto il proprio talento. Poi tutto cambia direzione. Il racconto apparirà nel volume a più voci C’è un posto nel mondo. Siamo noi (in edicola con il «Corriere della Sera» per un mese dal 13 maggio a 8,90).

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Particolar­e dell’illustrazi­one di Antonello Silverini per «la Lettura» #440
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