Lega, segnali di pace al governo Un nuovo protocollo o è finita
Dal Pino: «Vogliamo tornare a giocare ma accetteremo qualsiasi decisione» Spadafora: «Se chiuderemo il campionato, la responsabilità sarà nostra»
Segnali di pace o perlomeno di tregua. Anche la Lega di serie A, dopo la Federcalcio, ha scelto la strada della diplomazia. «Apprezzo molto le parole del ministro Spadafora e il suo appello. È naturale che la nostra Lega voglia tornare a giocare. Se sarà possibile farlo, rispettando norme e protocolli sanitari, bene. Altrimenti ci atterremo rigorosamente alle decisioni del governo. Il ministro può avere certezza del nostro spirito costruttivo e collaborativo e che la mia sintonia con il presidente federale Gravina è assoluta», il messaggio del presidente Dal Pino.
Toni molto diversi da quelli che avevano animato i giorni precedenti, quando da via Rosellini volevano inviare una lettera, arrivando persino al premier Conte, per chiedere date certe sulla ripresa. La Lega ha capito che è meglio dialogare. La scelta è nata dopo l’ultimo intervento di Spadafora su Raitre: «Se il Comitato tecnico scientifico e la Figc troveranno un accordo sul nuovo protocollo, gli allenamenti riprenderanno e questo avrebbe una ripercussione positiva anche sulla ripresa del campionato. Viceversa sarà il governo, per motivi di
evidente e incontrovertibile emergenza sanitaria, a prendersi la responsabilità di decretare la chiusura del campionato stesso, creando nei limiti del possibile le condizioni affinché il mondo del calcio paghi meno danni possibili». Con il cappello del governo la Lega potrà pretendere il pagamento dell’ultima quota dei diritti tv da parte dei broadcaster e Gravina compilare le classifiche con la consapevolezza che per i club desiderosi di rivolgersi ai tribunali la strada sarebbe più ardua.
Ma ancora non siamo a questo punto. Figc e una buona parte della Lega sperano di giocare. La prossima settimana sarà cruciale perché il Cts convocherà la commissione medica della Figc e i medici sportivi di Casasco per provare a individuare il giusto protocollo. Certo le speranze di ripartire sono ridotte. Anche Totti è contrario e con lui il regista Verdone. La Francia ha già assegnato lo scudetto al Psg. La Germania, che voleva ricominciare già il 9 maggio, ha rinviato la decisione al 6 per volere della cancelliera Angela Merkel. Spadafora ha parlato con la ministra dello Sport francese per fare fronte comune. I governi possono solo stabilire quando ripartire. Non i regolamenti. La Figc vorrebbe terminare questo campionato anche se si dovesse ripartire a settembre, ma la decisione dovrà essere presa dalla Uefa, d’intesa con la Fifa. I tempi non sono maturi.
Lo sono, invece, quelli sulla battaglia del grano per i diritti tv. Oggi Sky e domani Dazn e Img dovrebbero versare l’ultima quota, ma è ragionevole pensare che non lo faranno. I presidenti, che si riuniranno questa mattina in assemblea, decideranno se chiedere l’ingiunzione di pagamento. Sempre che i broadcaster in extremis non facciano pervenire a Dal Pino una nuova proposta.