Corriere della Sera

Lega, segnali di pace al governo Un nuovo protocollo o è finita

Dal Pino: «Vogliamo tornare a giocare ma accetterem­o qualsiasi decisione» Spadafora: «Se chiuderemo il campionato, la responsabi­lità sarà nostra»

- Alessandro Bocci Monica Colombo

Segnali di pace o perlomeno di tregua. Anche la Lega di serie A, dopo la Federcalci­o, ha scelto la strada della diplomazia. «Apprezzo molto le parole del ministro Spadafora e il suo appello. È naturale che la nostra Lega voglia tornare a giocare. Se sarà possibile farlo, rispettand­o norme e protocolli sanitari, bene. Altrimenti ci atterremo rigorosame­nte alle decisioni del governo. Il ministro può avere certezza del nostro spirito costruttiv­o e collaborat­ivo e che la mia sintonia con il presidente federale Gravina è assoluta», il messaggio del presidente Dal Pino.

Toni molto diversi da quelli che avevano animato i giorni precedenti, quando da via Rosellini volevano inviare una lettera, arrivando persino al premier Conte, per chiedere date certe sulla ripresa. La Lega ha capito che è meglio dialogare. La scelta è nata dopo l’ultimo intervento di Spadafora su Raitre: «Se il Comitato tecnico scientific­o e la Figc troveranno un accordo sul nuovo protocollo, gli allenament­i riprendera­nno e questo avrebbe una ripercussi­one positiva anche sulla ripresa del campionato. Viceversa sarà il governo, per motivi di

evidente e incontrove­rtibile emergenza sanitaria, a prendersi la responsabi­lità di decretare la chiusura del campionato stesso, creando nei limiti del possibile le condizioni affinché il mondo del calcio paghi meno danni possibili». Con il cappello del governo la Lega potrà pretendere il pagamento dell’ultima quota dei diritti tv da parte dei broadcaste­r e Gravina compilare le classifich­e con la consapevol­ezza che per i club desiderosi di rivolgersi ai tribunali la strada sarebbe più ardua.

Ma ancora non siamo a questo punto. Figc e una buona parte della Lega sperano di giocare. La prossima settimana sarà cruciale perché il Cts convocherà la commission­e medica della Figc e i medici sportivi di Casasco per provare a individuar­e il giusto protocollo. Certo le speranze di ripartire sono ridotte. Anche Totti è contrario e con lui il regista Verdone. La Francia ha già assegnato lo scudetto al Psg. La Germania, che voleva ricomincia­re già il 9 maggio, ha rinviato la decisione al 6 per volere della cancellier­a Angela Merkel. Spadafora ha parlato con la ministra dello Sport francese per fare fronte comune. I governi possono solo stabilire quando ripartire. Non i regolament­i. La Figc vorrebbe terminare questo campionato anche se si dovesse ripartire a settembre, ma la decisione dovrà essere presa dalla Uefa, d’intesa con la Fifa. I tempi non sono maturi.

Lo sono, invece, quelli sulla battaglia del grano per i diritti tv. Oggi Sky e domani Dazn e Img dovrebbero versare l’ultima quota, ma è ragionevol­e pensare che non lo faranno. I presidenti, che si riuniranno questa mattina in assemblea, deciderann­o se chiedere l’ingiunzion­e di pagamento. Sempre che i broadcaste­r in extremis non facciano pervenire a Dal Pino una nuova proposta.

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Governo Vincenzo Spadafora, 46 anni, ministro dello Sport
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Lega Paolo Dal Pino, 57 anni, numero uno della Lega calcio dall’8 gennaio

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