«Intrigo internazionale» in un miscuglio di interpretazioni
Ancora Hitchcock, Hitchcock per sempre. A quarant’anni dalla morte, «Atlantide – Storie di uomini e di mondi» ha dedicato una puntata speciale a Hitch (La7, mercoledì). Per l’occasione, Andrea Purgatori ha proposto tre film – Intrigo internazionale, Notorious e Io ti salverò – corredati da interviste a Dario Argento, Guido Vitiello e Roberto Cicutto, presidente della Biennale di Venezia. La ricchezza e la complessità della filmografia di Hitch è un gioco continuo tra superficie (la detection, il brivido, la suspense…) e profondità (la fitta rete di rimandi che ogni film sottende). Per esempio, Intrigo internazionale (North by northwest), è uno splendido spy movie del 1959 con Cary Grant, e Eva Marie Saint. Il signor Roger Thornhill è un pubblicitario di successo (una sua frase, «nel mondo della pubblicità non esistono bugie ma solo esagerazioni» funziona oggi molto bene nel mondo dell’informazione) che un giorno, scambiato per la spia virtuale George Kaplan, viene rapito da due brutti ceffi e condotto nella villa del signor Townsend. Qui il finto proprietario di casa, la spia Vandamm, ordina ai suoi scagnozzi di eliminarlo e questi, facendolo ubriacare, provano a far cadere la sua auto in un dirupo. Solo uno spy movie? Fino all’ultima inquadratura (una raffinatissima metafora sessuale), Intrigo internazionale è un intrigo di interpretazioni. È un film sull’etica dello spionaggio (la teorizza il Professore, il capo del controspionaggio). È un film sull’eleganza (persino un attacco aereo non riesce a sgualcire l’abito di Cary Grant). È un film, l’ennesimo, sulla «principessa delle nevi», il modello femminile più amato dal regista. Per anni abbiamo attribuito a Hitch la definizione «ghiaccio bollente», splendido ossimoro per descrivere la carica erotica velata; in realtà, la battuta è lievemente più raffinata, «un vulcano dalla cima innevata». È un film brillante sulla raffigurazione del potere. È un film…