Conte sotto attacco in Aula
Il premier difende la fase 2. Renzi: basta pieni poteri. Salvini: la maggioranza non c’è più
Il premier Conte difende la «fase 2» e finisce sotto attacco. Al Senato Renzi minaccia di ritirare l’appoggio di Iv al governo: «Basta pieni poteri». E mentre prosegue lo scontro governo-regioni, il ministro Speranza firma il decreto che dal 18 maggio consentirà ai governatori di allentare le misure restrittive in base agli indici di contagio. Mattarella: aiuti a famiglie e imprese.
ROMA Una mezza giornata in Parlamento, prima alla Camera e poi al Senato, attaccato anche da pezzi della sua maggioranza, interrotto più volte, sommerso dalle critiche delle opposizioni. Eppure Giuseppe Conte non perde la pazienza e la calma, anche di fronte all’ultimatum di Matteo Renzi: «Non abbiamo negato i pieni poteri a Salvini per darli ad altri. Se sceglierà la strada del populismo non avrà al suo fianco Italia viva».
E infatti se l’ex premier chiede a Conte di «fare politica», la risposta è diplomatica: «È quello che stiamo facendo, non c’è alcun ultimatum», risponde il presidente del Consiglio. La maggioranza quindi esiste ancora? «Sì, certo», assicura il premier. Che incassa l’appoggio dei 5 Stelle («Usare l’emergenza per fini personali è irresponsabile», dice Crimi) e appena rientra a Palazzo Chigi convoca una riunione con i capidelegazione, insieme al ministro dell’economia Roberto Gualtieri, per mettere a punto gli ultimi dettagli del decreto economico da varare a maggio. «Ho la coscienza a posto, saranno gli italiani a giudicarmi, quella di Renzi è solo un’operazione mediatica», dice al suo staff.
In parlamento quella di Conte è soprattutto una difesa contro le critiche di essere un uomo solo al comando, di aver adottato troppi decreti amministrativi, di non ascoltare l’opposizione. «Ci sono stati momenti in cui le nostre vene tremavano, perché non pensavamo di riuscire a arrestare la curva del contagio», è uno dei passaggi, come a giustificarsi di decisioni repentine comunicate agli italiani. Cittadini che Conte ringrazia «per i comportamenti virtuosi, per il senso civico che stanno dimostrando. Se siamo riusciti a piegare la curva del contagio è merito loro».
Alla Camera inizia citando Platone e Aristotele, per richiamare la differenza fra opinioni e tesi scientifiche. Li cita per dire che si è fondato sui rapporti degli scienziati, che
«un approccio non graduale della riapertura porterebbe a una recrudescenza dell’epidemia», con conseguenze drammatiche sia per il sistema sanitario sia per i danni «che potrebbero essere ancora maggiori per la nostra economia». Per questo abbiamo «operato una scelta sulla base di protocolli rigorosi», e per questo il 4 maggio segna l’inizio «graduale» di una riapertura, verso «la riconquista di una vita più serena, ma di convivenza con il virus».
Sarebbe semplice «dal punto di vista del consenso riaprire tutto, ma questo non è un programma elettorale», ma se dal 4 maggio in poi non ci fosse una recrudescenza dell’epidemia allora «potremo anche anticipare ulteriori aperture, ma sempre su basi strettamente scientifiche». Ad ora «sono da considerarsi «del tutto illegittime quelle ordinanze regionali che sono più permissive rispetto alle decisioni del governo». Nelle prossime settimane, annuncia Conte, si proseguirà con una sperimentazione e un monitoraggio costante: avremo in questo modo «un quadro più completo».
Quindi la difesa del metodo dei propri provvedimenti, quei decreti che tante critiche hanno attirato, anche da parte di emeriti costituzionalisti, in quanto atti amministrativi e non legislativi: «Ma c’è una base di copertura legale nei decreti legge che hanno dichiarato lo stato di emergenza per 6 mesi, una base che ci fa superare qualsiasi riserva di costituzionalità». E su questo c’è anche una perfetta intesa con il Quirinale.
La paura
Ci sono stati momenti in cui le nostre vene tremavano. Non pensavamo di riuscire a rallentare il contagio Giuseppe Conte
I pieni poteri
Ho creato un altro governo quando Salvini ha chiesto pieni poteri: non li abbiamo negati a lui, per darli ad altri Matteo Renzi Italia viva