Corriere della Sera

Solo il M5S applaude convinto Senza buvette le trattative si fanno sotto le mascherine

- di Fabrizio Roncone

ROMA Sono le 9.45 e Giuseppe Conte sta per arrivare.

Montecitor­io, Transatlan­tico: è cambiato tutto pure qui. Le vecchie tecniche non servono più: avvicinart­i, ascoltare, blandire; e poi prenderne uno sottobracc­io, portartelo alla buvette, il caffè era una ciofeca ma quello, intanto, confidava segreti, tradiva, Giuda si sarebbe scandalizz­ato.

E ora, invece: ogni deputato con la mascherina, e certi pure con i guanti. Solo un banchetto con acqua minerale e bicchieri di carta. Dispenser di disinfetta­nti. Nuovi megascherm­i. Dove, intanto, è comparso il presidente Roberto Fico che cerca di placare alcuni parlamenta­ri leghisti. Urlano che non è giusto: loro a volto coperto, e Conte no. In realtà sono nervosi per altro. In molti hanno trascorso la notte nell’emiciclo. Ma poi sono venuti a sapere che al Senato, nell’altra occupazion­e, Matteo Salvini s’è tolto la sua lugubre mascherina nera (scelta curiosa: perché proprio nera?) e se ne è andagovern­o. to a dormire. «È facile protestare con il sonno degli altri». Colore.

Qui, per capirci sul serio qualcosa, bisogna cambiare schema.

Imparare velocement­e a interpreta­re occhiate, mezze frasi ovattate, spedire Whatsapp. Dio benedica l’inventore dei Whatsapp. «Lascia stare l’informativ­a del premier. Il tema è un altro». Fonte grillina. Giuda ci nasci.

Molto più di una suggestion­e: qualcosa sta succedendo intorno, e dentro, al Nel migliore dei casi a Conte — che ha cominciato la sua relazione: meno piglio del solito, lieve raucedine — si chiede un cambio di passo. La miccia l’ha accesa il Pd (con Luigi Zanda a Palazzo Madama, e poi, dietro, altri: da Andrea Orlando ad Andrea Romano, ad Antonello Giacomelli). Questo, in superficie. E sotto?

Ecco Giorgio Mulè, il responsabi­le nazionale dei dipartimen­ti di Forza Italia, uno potente, e sempre informatis­simo. «Sotto, come dice lei, la situazione è piuttosto chiara».

Prosegua.

«Ci fosse una sola possibilit­à, Forza Italia andrebbe a sedersi domani al tavolo d’un governo di unità nazionale. E le dico di più: verrebbe subito pure Salvini, non fosse altro che per uscire dall’angolo buio in cui è andato a cacciarsi. Purtroppo, dico purtroppo pensando al Paese, abbiamo una grossa pietra d’ostacolo». Il Movimento 5 Stelle. «Esatto. Un po’ perché, geneticame­nte, sono incapaci di essere flessibili. Un po’ perché faticano proprio a capire cosa gli accade intorno. Non vedono la devastante crisi economica, non li preoccupa la prospettiv­a di povertà per milioni di italiani. Li sente questi applausi?».

Sono i grillini che applaudono il discorso di Conte.

«Perché lui rappresent­a la loro Dea Bendata: è il personaggi­o fortunato che consente a uno come Di Maio, per capirci, di essere ministro degli Esteri».

Il presidente Conte sta citando Platone e Aristotele, richiama la differenza tra opinioni e tesi scientific­he. Dice che «è da valutare la riapertura di nidi, scuole materne e centri estivi». Spiega che i suoi decreti sono tutti dentro il perimetro della Costituzio­ne. Parla e il colpo d’occhio

sull’emiciclo è surreale. È un po’ tutta la giornata a essere così. Pure in cortile: un tipo basso, piedi piatti e aria terrorizza­ta, racconta di aver stretto più volte la mano a Diego Binelli, il deputato di Trento risultato positivo. Barbara Saltamarti­ni viene avanti con circospezi­one, come calpestand­o un tappeto di coronaviru­s. Ettore Rosato — uno che cinque anni fa era il capogruppo del Pd e ora si ritrova a fare il coordinato­re nazionale di Italia viva, che nei sondaggi galleggia intorno al 2% — grida: «Ma così gli abbiamo fatto un piacere!». A Conte? Si volta Fabio Rampelli, tra i fondatori di Fratelli d’italia, storico consiglier­e di Giorgia Meloni. «Per adesso, siamo alle prove tecniche». Di cosa?

«Di quello a cui tutti pensano: un governo di unità nazionale. C’è turbolenza evidente. E questa vaga sensazione di sospension­e, tra un decreto di Conte e l’altro, potrebbe fare da detonatore a una fase nuova».

Voi stareste dentro? «Noi, a una roba simile, avevamo pensato già all’inizio dell’emergenza. Ma Conte, purtroppo, non ci ascoltò».

Conte adesso sta andando al Senato, dove ripeterà lo stesso identico discorso già pronunciat­o a Montecitor­io. Matteo Renzi ha spedito in giro un po’ di Whatsapp per avvertire i cronisti che darà un ultimatum al premier. «Stavolta, non scappa». Lo aspetta con le mani in tasca, perfettame­nte abbronzato. «Non abbiamo negato i pieni poteri a Salvini, signor presidente, per darli a lei». Poi, come un medium: «Se i morti di Bergamo e Brescia potessero parlare, direbbero di riaprire». Francesco Bonifazi, il tesoriere di Renzi, anche lui molto abbronzato, china la testa.

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 ?? (Ansa) ?? Discorso L’intervento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 55 anni, ieri mattina alla Camera dei deputati (nel pomeriggio ha parlato al Senato)
(Ansa) Discorso L’intervento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 55 anni, ieri mattina alla Camera dei deputati (nel pomeriggio ha parlato al Senato)

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