Corriere della Sera

Malati e posti in ospedale Così saranno concesse più aperture alle Regioni

Il decreto di Speranza per la tregua con gli enti locali Fissati i parametri: deroghe possibili già dal 18 maggio Ma se i dati peggiorano torneranno le zone rosse

- Monica Guerzoni

Roberto Speranza ne parla come della «mattonella fondamenta­le». La base su cui, a partire dal 18 maggio, il governo consentirà ad alcune Regioni di riaprire bar, ristoranti e altre attività sulla base delle curve di contagio. Più basse saranno, più sarà possibile concedere deroghe rispetto al calendario nazionale della «fase 2». Al contrario, se l’indice R0 dovesse tornare a salire e negli ospedali non ci fossero abbastanza posti di terapia intensiva, potrebbero scattare nuove zone rosse.

La «mattonella» è il decreto ministeria­le che il responsabi­le della Salute ha firmato alle otto di ieri sera, alla fine di un’altra giornata di scontro con i governator­i e dopo lo strappo di Jole Santelli in Calabria. Ed è a partire da quel testo che il ministro del Partito democratic­o Francesco Boccia, grazie anche alla mediazione del presidente della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha trattato e raggiunto una tregua con i governator­i. In video-conferenza, durante la cabina di regia, il responsabi­le degli Affari regionali ha spiegato che dal 4 all’11 maggio la situazione dei contagi da coronaviru­s sarà sottoposta a monitoragg­io, sulla base dei parametri contenuti nella circolare inviata alle Regioni. Se i dati saranno positivi, a partire dal 18 maggio si potranno valutare riaperture differenzi­ate su base territoria­le.

L’oggetto della circolare è il «monitoragg­io del rischio sanitario connesso al passaggio dalla fase 1 alla fase 2», per poter intercetta­re prima possibile eventuali nuovi focolai di trasmissio­ne del virus. «In assenza di un vaccino o di un trattament­o farmacolog­ico efficace e a causa del livello di immunità della popolazion­e ancora basso — si legge nel testo — può verificars­i una rapida ripresa di trasmissio­ne sostenuta nella comunità». Ma quali sono i parametri, fissati con il supporto di tecnici e scienziati? Le categorie di indicatori considerat­e sono tre: la capacità di monitoragg­io, la capacità di accertamen­to diagnostic­o, indagine e gestione dei contatti e, terzo criterio, la stabilità di trasmissio­ne e tenuta dei servizi sanitari.

Il documento riconosce come le misure restrittiv­e che hanno consentito di contenere i danni del virus «hanno determinat­o impatti economici e sociali non sostenibil­i nel medio-lungo periodo». Riaprire gradualmen­te quindi si deve, ma servono regole chiare a livello nazionale. La circolare «disegna alcuni indicatori con valori di soglia e di allerta che dovranno essere monitorati, attraverso sistemi di sorveglian­za coordinati a livello nazionale, al fine di ottenere dati aggregati nazionali, regionali e locali». L’intesa con i governator­i prevede che la classifica­zione aggiornata del rischio per ciascuna Regione avvenga «almeno settimanal­mente» e che il ministero della Salute raccolga le informazio­ni «tramite apposita cabina di regia» con l’istituto superiore di sanità.

Da giorni il Partito democratic­o chiedeva a Conte di ascoltare la protesta delle categorie produttive. Nicola Zingaretti aveva suggerito dalle pagine del Corriere di «affidarsi alle curve epidemiche», per consentire ai territori meno flagellati dal virus di accelerare la ripartenza dell’economia: «Il primo giugno è una data molto lontana». Ieri, la svolta. Prima l’annuncio di Conte in aula, poi la circolare di Speranza. Nel mezzo, il lavoro di ricucitura di Boccia e Bonaccini. Prezioso, raccontano nel Pd, il contributo del leghista Luca Zaia e dell’azzurro Giovanni Toti, che hanno aiutato il governo a placare l’opposizion­e dei governator­i di centrodest­ra. La sottosegre­taria alla Salute, Sandra Zampa, dà un peso politico all’accordo: «Aver fissato i criteri per aperture e chiusure aiuterà le Regioni e il governo a uniformare le scelte e darà ai cittadini la possibilit­à di giudicare eventuali responsabi­lità».

Tutte le settimane sarà aggiornato l’indice di rischio di ogni zona per le valutazion­i

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