Così l’italia prova a ripartire
Norme meno rigide per l’autocertificazione. Vietate le visite agli amici. Reddito d’emergenza per tre mesi
Con la fase 2 l’italia prova a ripartire. Saranno allentate alcune restrizioni. Da domani, 4 maggio, sarà possibile muoversi all’interno della regione di residenza, passeggiare anche lontano da casa e andare a trovare un «congiunto». Per gli spostamenti per motivi di lavoro e l’attività motoria non è più indispensabile l’autocertificazione. Ripartono gran parte delle attività industriali, si rimettono in moto il settore dell’auto e il manifatturiero, la moda, il tessile e i cantieri edili.
Il governo ha pubblicato ieri una serie di precisazioni relative alla riapertura di aziende e negozi che possono tornare al lavoro già da domani. Rimane invece necessariamente legata all’andamento del contagio la possibilità di far ripartire alcune attività commerciali come bar e ristoranti e anche le attività professionali dedicate alla cura della persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici. Al momento il via libera per questi esercizi dovrebbe arrivare il 1 giugno, ma nelle prossime settimane si valuterà se ci sia la possibilità di anticipare questa data oppure se bisognerà posticiparla ancora
L’
Italia riparte, riaccende i motori delle fabbriche, rimette in azione i cantieri privati. Torna il traffico sulle strade e tornano al lavoro, stando ai numeri dell’inail, quattro milioni e mezzo di cittadini. Via libera alla manifattura, alla moda, al tessile, al commercio all’ingrosso. Dopo quasi due mesi di lockdown imposti dalla furia del virus, che aveva chiuso in casa 7,8 milioni di lavoratori, domani inizia ufficialmente la fase 2.
Le aziende
Come è scritto nel Dpcm del 26 aprile, restano sospese «tutte le attività produttive industriali e commerciali», salvo quelle indicate nell’allegato 3. È l’elenco dei codici Ateco a indicare tutte le imprese alle quali è consentito aprire i cancelli, alzare le saracinesche o continuare a lavorare. Si va dalle coltivazioni agricole alla produzione di prodotti per animali, dalla confezione di articoli di abbigliamento alle pelletterie, dall’industria del legno alla fabbricazione di mobili. Le industrie manifatturiere riaprono tutte e riparte il settore delle costruzioni. E poiché il decreto consente il via libera a tutte le attività produttive e industriali «prevalentemente votate all’export», si rimette in moto anche il settore dell’auto.
Commercio
Riparte il commercio di autoveicoli. È consentito recarsi da un concessionario per acquistare un’auto, fare un tagliando, effettuare cambio di pneumatici. Via libera anche al commercio all’ingrosso legato alle filiere che riprendono a produrre. I negozi al dettaglio invece dovranno attendere fino al 18 maggio, salvo farmacie, cartolerie, librerie e negozi che vendono vestiti per neonati e bambini. Nei piccoli negozi si entra una persona alla volta, si indossa la mascherina e si mantiene la distanza di almeno un metro, sia in fila che all’interno. Nelle strutture più grandi l’accesso deve essere scaglionato. Obbligatori i dispenser con il gel per disinfettare le mani.
Negozi «a domicilio»
Calzature e moda per adulti dovranno attendere ancora due settimane. In compenso, la limatura del Dpcm da parte di Palazzo Chigi ha messo in luce delle novità. Nelle Faq si legge che «è consentita la consegna di prodotti a domicilio», purché siano evitati contatti personali a distanza inferiore a un metro. E quindi scarpe, abiti, accessori e altri beni potranno essere acquistati da casa.
Cibo da asporto
Bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie, piadinerie dovranno attendere fino all’1 giugno. Ma oltre alla consegna di pizze e pasti a domicilio sarà possibile recarsi a prelevare pietanze pronte presso i locali. Debutta anche il «servizio di asporto fatto in auto», che Palazzo Chigi chiama drive through, cioè la possibilità di consegnare presso l’automobile del cliente. Sempre «mantenendo la distanza di almeno un metro e rispettando i divieti di consumare i prodotti sul posto di vendita e di sostare nelle immediate vicinanze».
Parrucchieri
Se i dati epidemiologici lo permetteranno, il governo valuterà la possibilità di anticipare la riapertura in alcune regioni di parrucchieri, barbieri e centri estetici, prevista per l’1 giugno. La decisione sarà presa sulla base del monitoraggio previsto dal decreto ministeriale firmato da Roberto Speranza.
Sicurezza
Le Regioni dovranno monitorare giornalmente la curva del contagio e la situazione del sistema sanitario. Nel caso di un aggravamento del rischio sanitario, il presidente della Regione propone al ministro della Salute «le misure restrittive necessarie e urgenti». Per tutte le categorie di lavoratori è prevista l’assunzione di protocolli di sicurezza anti-contagio, pena la sospensione temporanea dell’attività. Distanza di un metro e mascherine sono le prime regole da osservare.
Febbre in azienda
Il personale, in base al Protocollo tra governo e parti sociali aggiornato il 24 aprile, potrà essere sottoposto al controllo della temperatura prima di entrare in azienda. Chi ha più di 37,5 gradi non potrà accedere, verrà fornito di mascherina e invitato a contattare il medico. Chi avesse già avuto il Covid-19 deve portare un certificato da cui risulti la «avvenuta negativizzazione del tampone». Gli ingressi agli spazi comuni come mense, spogliatoi e aree fumatori saranno contingentati, si dovrà stare ad almeno un metro di distanza e per il tempo più breve possibile. Le aziende assicurano la sanificazione e la ventilazione dei locali.
Smart working
Per diminuire i contatti, le imprese pianificano la turnazione dei dipendenti e lo smart working ove possibile. Sospese trasferte e viaggi di lavoro.