Calano i contagi, al minimo in Lombardia
Nella regione 533 nuovi casi (+0,6%), mai così da marzo Nel Paese 1.900 positivi in più, i guariti sono 1.665 Il rebus dei numeri sui decessi, poi chiariti dal Pirellone
La fase 2 comincia sotto i migliori auspici. I dati della Protezione civile, alla vigilia della semi-riapertura, sono molto incoraggianti. I contagiati dall’inizio dell’epidemia sono 209.328, 1.900 in più rispetto a venerdì, per una crescita dello 0,9%. Il giorno prima erano stati 1.965. Purtroppo si registra un numero di deceduti alto, sono 474, dei quali 329 in Lombardia ma questo numero, drammatico perché porta il totale nazionale dei morti a 28.710, non è riferito a un solo giorno. La precisazione arriva proprio dalla regione più colpita dall’emergenza sanitaria, che in un comunicato spiega che i deceduti in più in 24 ore sono 47 (venerdì erano 88, giovedì 93), gli altri 282 riguardano le vittime degli ultimi 30 giorni: si tratta, è scritto nel comunicato del Pirellone, «dell’aggiornamento complessivo che ogni mese forniscono i Comuni e che quindi è relativo a tutto aprile».
Con 47 nuovi deceduti in Lombardia e 145 nelle altre regioni, il totale delle vittime su base quotidiana è dunque di 192: ed è finalmente un numero che comincia sensibilmente a scendere e che tutti si augurano continui a diminuire giorno dopo giorno fino ad azzerarsi.
I dimessi e i guariti sono 1.665 in più, che è un dato più basso di quello che ci si aspettava (venerdì erano stati 2.349) ma che si potrebbe spiegare con la giornata festiva del primo maggio e con un rinvio delle dimissioni. I malati attuali, almeno quelli di cui si ha certezza perché sono stati sottoposti a tampone, diminuiscono ulteriormente. Sono 100.704, il giorno prima 100.943, una settimana fa erano 105.847.
Calano anche i ricoverati con sintomi, sono 212 in meno (17.357 totali, il primo maggio erano 17.569) e i pazienti in terapia intensiva, che sono 1.539, 39 in meno rispetto a venerdì.
Ma la notizia migliore è quella della distribuzione geografica dei nuovi casi: se in Lombardia sono «soltanto» 533, minimo dall’inizio del lockdown, la Calabria ne registra zero. Questa la situazione, regione per regione, dei casi positivi in più riferiti dalle singole amministrazioni locali alla Protezione civile per la giornata di ieri: Emilia-romagna 206, Veneto 126, Piemonte 495 (ed è il dato più alto, venerdì erano stati 395), Marche 23, Liguria 186, Campania 15, Toscana 80, Sicilia 19,Lazio 84, Friuli-venezia Giulia 18,Abruzzo 16, Umbria 1, Puglia 34, Bolzano 7, Sardegna 2, Valle d’aosta 3, Trento 49, Molise 1, Basilicata 2. Nel Lazio, in una clinica del quartiere San Giovanni è stato individuato un piccolo focolaio: 10 pazienti e 12 operatori della struttura per lungodegenti, sono risultati positivi al tampone: la clinica è stata isolati e i pazienti trasferiti allo Spallanzani.
I dati buoni di ieri non devono però far abbassare la guardia. L’italia non può permettersi un nuovo lockdown ma, come ripetono medici e scienziati, l’importante nella fase 2 è continuare con il distanziamento, usare le mascherine chirurgiche di tipo 1 e i guanti quando necessario, lavarsi spesso le mani.
Continuano i controlli delle forze dell’ordine per il rispetto delle misure di contenimento: ieri, riferisce il Viminale, sono stati 322.875, 241.786 alle persone e 81.089 ai negozi. Sanzioni per 7.062 civili e 195 esercizi commerciali.