Corriere della Sera

L’autobus è già sovraffoll­ato Nessuno accetta di scendere Il nodo dei controlli a bordo

All’alba il mezzo pubblico è ripartito così com’era Le regole del prefetto: il primo avviso tocca all’autista Se i viaggiator­i non si muovono interviene la polizia

- Maurizio Giannattas­io

MILANO Se il buongiorno si vede alle 5 del mattino di un sabato di lockdown, meglio correre ai ripari e fissare subito regole d’ingaggio chiare e severe in vista di domani quando prenderà corpo la Fase 2. A destare preoccupaz­ione è sempre l’anello più delicato della catena, il trasporto pubblico. È successo che sabato verso le 5 di mattina, un bus sostitutiv­o della linea 1 del metrò ha visto salire in contempora­nea un numero di persone superiore a quello consentito dal distanziam­ento obbligator­io di un metro.

Nulla di trascenden­tale: 44 contro le 40 previste. Ma è quello che è successo dopo che ha dato materia di riflession­e ai «regolatori». Alla richiesta dell’autista di scendere, tutti sono rimasti al loro posto. A quel punto, l’autista, dopo aver avvertito la centrale operativa, è ripartito a pieno carico. Certo, non poteva essere lui a far scendere le persone. È stato un campanello d’allarme. Se questo accade in una giornata ancora sottoposta al lockdown, per di più semi lavorativa come il sabato, in un orario antelucano, cosa potrà accadere domani quando riaprirann­o aziende e imprese? Meglio prepararsi.

E così in un tourbillon di riunioni che hanno visto coinvolti Comune, Prefettura, ministero dell’interno, si sono — più che scritte — risottolin­eate le modalità di intervento. Le regole rimodulate dal prefetto Renato Saccone prevedono che nel caso dei mezzi di superficie, la prima mossa tocchi all’autista. Se vede che troppa gente sale sul bus, deve ricorrere alla moral suasion. Un annuncio in cui avverte che il mezzo è sovraffoll­ato e invita gli ultimi passeggeri saliti a scendere, altrimenti non si riparte. Se non funziona la moral suasion si passa alla fase successiva. L’autista chiama la sala operativa che a sua volta avverte le forze di polizia. Nel caso dei mezzi di superficie tocca agli uomini della polizia locale, i «ghisa», mentre per la metropolit­ana interverra­nno polizia e carabinier­i. La pattuglia della polizia locale più vicina raggiunger­à il mezzo e provvederà a far scendere chi è di troppo. Significa che bus e tram sovraffoll­ati resteranno fermi fino a quando non si risolverà il problema.

È solo uno degli aspetti della questione. Nessuno ritiene possibile che ci sia un controllo capillare di tutti i mezzi

Le corse

Sono 25mila soltanto quelle di superficie gestite da Atm Difficile verificarl­e tutte

di trasporto e di tutte le corse. Solo quelle di superficie gestite da Atm sono 25 mila al giorno. Altrettant­o vale per Trenord. Ecco l’altro lato. Vanno bene i controlli, ma a fare la differenza deve essere la responsabi­lità sociale di ogni cittadino. A partire dall’obbligo di indossare la mascherina, e nel caso di Milano, anche i guanti, oltre a rispettare la distanza di un metro. Comporterà maggiori attese e una buona dose di pazienza, ma è fondamenta­le per la tutela della salute di tutti. Atm e Trenord hanno lanciato una campagna d’informazio­ne massiccia. Ora toccherà ai milanesi e ai pendolari.

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Erano in 44 ieri mattina alle 5 su un bus sostitutiv­o del metrò 1 a Milano
Affollamen­to Erano in 44 ieri mattina alle 5 su un bus sostitutiv­o del metrò 1 a Milano

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