Alleva: per i nostri animali momento irripetibile
«I cani possono sentire l’odore del coronavirus? I primi studi a Milano»
ROMA «I nostri animali domestici — i nostri cani, i nostri gatti — in queste settimane stanno vivendo un periodo magico».
Magico? Enrico Alleva, lei è un etologo dei Lincei, come le viene di parlare di magia?
«È che per gli animali che vivono con noi nelle nostre case un momento così non ricapiterà mai più».
Cosa intende dire?
«Questa quarantena, obbligata per noi, per gli animali domestici è invece un’occasione irripetibile per ristrutturare il rapporto con i loro partner affettivi».
I partner affettivi? Si riferisce ai proprietari degli animali?
Enrico Alleva, 66 anni, è autore di oltre 200 pubblicazioni su riviste internazionali
«Sì, non mi piace usare la parola padrone, quelle che si stabiliscono tra animali domestici e essere umani sono vere e proprie relazioni affettive, e non dobbiamo sottovalutarle».
Lei pensa che i proprietari sottovalutino i propri animali?
«No, non intendevo questo».
E allora cosa?
«Mi riferivo ad un recente studio scientifico americano che ha scoperto che la mente del cane è in grado di leggere le emozioni della mente umana».
Sta dicendo che i cani leggono nel pensiero?
«I cani sono in grado anche di cambiare le emozioni dei loro partner affettivi».
Proprio come succede nelle relazioni tra essere umani?
«I cani vivono emozioni davvero intense, soffrono addirittura di crisi abbandoniche se i loro proprietari non dedicano le giuste attenzioni».
Anche per i gatti è così?
«I gatti hanno emozioni differenti. Sono autonomi per natura, a volta sfuggenti, ma questo non esclude che siano capaci di coniugare la solitudine con la socialità. Anche se...».
Anche se?
«In questi giorni di quarantena i gatti non vivono con la stessa gioia dei cani la convivenza
d
Le ricerche dell’università Statale si stanno concentrando sulle ossa del naso, più sono complesse più l’olfatto della specie è raffinato
con i loro proprietari».
Ci sta dicendo che sono insofferenti? i gatti
«No, non esattamente. Ma certamente rispetto ai cani, i gatti hanno un rapporto affettivo con i proprietari decisamente diverso, regalano molto più affetto ai loro proprietari di quanto non desiderano riceverne. Per i cani è vero il contrario».
In questa quarantena i cani sembrano acquisire importanza anche fuori dalle mura delle case: ha sentito la notizia che sarebbero in grado di riconoscere il coronavirus dall’odore?
«All’università Statale di Milano c’è un gruppo di giovani e brillanti allieve che sta verificando questa ipotesi».
Sono studi complessi?
«Sono studi ancora alla fase iniziale. Si stanno concentrando sulle ossa su cui si sviluppa la mucosa nasale dei cani».
Perché si è partiti proprio dalle ossa?
«Queste ossa sono indicatori dell’olfatto della specie: tanto più sono complesse quanto più la specie ha un olfatto raffinato».
Lei pensa che questi studi potranno portare da qualche parte?
«Penso che quando i ricercatori ottengono adeguati finanziamenti per i loro studi, i risultati non tardano ad arrivare. Come nel caso delle scienziate di Milano».
Hanno al loro attivo altri studi rilevanti?
«Questo gruppo di scienziate milanesi ha ricevuto un congruo finanziamento dalla Fondazione Cariplo per uno studio mirato alla previsione precoce dei tumori, prima che cominciassero questo studio che potrebbe avere risvolti imprevedibili nella battaglia contro il Covid-19».
La quarantena
«È un’occasione per ristrutturare il rapporto affettivo con i loro proprietari»