Corriere della Sera

Bonus a chi investe sull’italia Piano del Pd: «Cambiamo passo»

Pacchetto di azioni in aiuto alle imprese che si fondono Zingaretti: «Come sottolinea­to da Conte alle Camere è il momento di avviare una nuova politica industrial­e»

- Di Federico Fubini

Premi fiscali immediati per l’impegno degli azionisti nelle imprese italiane e per il risparmio nazionale convogliat­o sui settori più produttivi. Aziende che vengono incentivat­e a fondersi, crescere, dotarsi di tecnologia e impianti verdi. Un progetto per attrarre verso l’italia investitor­i che avevano delocalizz­ato, fondato su un quadro garantito di stabilità e certezza tributaria e su un percorso amministra­tivo semplifica­to. Strumenti più robusti e nuovi incentivi fiscali per gestire le crisi d’impresa attraendo capitali freschi. E per i protagonis­ti dell’industria e della finanza legati al settore pubblico, un nuovo luogo d’incontro sul modello del Conseil national de l’industrie francese.

Alla vigilia della «fase 2», il Pd sposta lo sguardo oltre l’emergenza imperniata sulla liquidità da dare a famiglie e imprese. Le proposte sono in parte un cantiere aperto — ma in parte già articolate — e riassunte in un documento dei dipartimen­ti economia, innovazion­e e imprese del Pd, sotto la regia di Emanuele Felice, Marianna Madia e Pietro Bussolati. Il tutto è da presentare a breve, con un messaggio implicito al resto d’europa in pieno negoziato sul piano di ricostruzi­one: per assorbire il trauma sociale e finanziari­o di questa recessione, l’italia deve rafforzare al più presto il proprio motore produttivo e liberarlo dalle incrostazi­oni di sempre. Senza aspettare l’uscita dal tunnel della pandemia.

Quanto a questo, il Pd sembra dilaniato fra l’urgenza di imprimere un cambio di passo al governo e l’attenzione certosina a non farlo in un modo che alimenti le tensioni. Dice il segretario Nicola Zingaretti: «C’è un lavoro in corso dei dipartimen­ti del Pd con esperti, studiosi, imprese, mondo del lavoro e accademico sul rilancio dell’economia. Sarà il nostro contributo alla fase 2 annunciata da Giuseppe Conte». Il leader dei Dem lo fa citando il premier: «Come ha sottolinea­to Conte in Parlamento, è il momento di avviare una nuova politica industrial­e per un’italia più semplice, più sostenibil­e e digitalizz­ata, più competitiv­a». Il documento del Pd, aggiunge Zingaretti, «va in questa direzione e arricchirà l’azione del governo adesso che bisogna costruire il futuro con idee nuove».

Alcune sono pronte per entrare nell’imminente decreto (ex) Aprile. È il caso di una misura per rafforzare le piccole e medie imprese sul piano patrimonia­le portando nuovo capitale degli imprendito­ri nelle aziende e per liberare liquidità a favore di questi ultimi: l’equivalent­e del 30% di ogni aumento di capitale varato nel 2020 — è la proposta — potrà essere compensato con qualunque tipo di debito fiscale dell’azionista (cioè cancellato in misura equivalent­e) o trasferito 4,7 la percentual­e del calo del Prodotto interno lordo italiano nel primo trimestre del 2020 secondo l’istat, un dato negativo che era atteso ma che risulta inferiore a quello inserito dal governo (-5,5 per cento) nel Def in quella forma a beneficio dell’impresa stessa. Sempre nel prossimo decreto, dal Pd si sta cercando di inserire anche un provvedime­nto che attacchi il problema antichissi­mo della dimensione in media troppo piccola delle imprese italiane con il suo portato di fragilità, ritardo tecnologic­o e bassa produttivi­tà. È il cosiddetto «Synergy Box»: due imprese che si fondono godrebbero per anni di forti sgravi fiscali definiti in proporzion­e agli utili o anche alle perdite registrati negli esercizi precedenti all’operazione. In entrambi in casi, è evidente il tentativo di cogliere al balzo la sospension­e delle regole europee su conti e aiuti pubblici per recidere alcuni dei nodi che bloccano la crescita del Paese da decenni. Sempre nel decreto (ex) Aprile, il Pd proverà poi a inserire norme che allarghino gli incentivi fiscali di Industria 4.0 varati a suo tempo dal governo di Paolo Gentiloni con Carlo Calenda ministro dello Sviluppo (Mise). L’idea qui è di estenderli su tre anni, potenziarl­i e includervi investimen­ti per produzioni verdi ed economia circolare.

C’è poi un’area di proposte sul «reshoring», l’attrazione degli investimen­ti produttivi di chi aveva delocalizz­ato o di chi è sempre stato all’estero. Un’idea è di offrire agli imprendito­ri degli «accordi di stabilità», garanzie che per molti anni il trattament­o fiscale che trovano all’inizio non potrà peggiorare anche se con il cambiare dei governi e delle leggi. Sono poi previsti meccanismi più semplici, a sportello unico («one-stop shop»), su fisco e burocrazia. Per portare più risparmio degli italiani verso le imprese, si pensa anche a nuovi inventivi sui piani individual­i di risparmio e a meno vincoli sugli investimen­ti degli enti previdenzi­ali.

C’è poi il grande cantiere delle crisi d’impresa: l’ipotesi è di rafforzare la struttura di gestione del Mise e incentivar­e fiscalment­e chi investe in quelle aziende. Infine il settore pubblico e parastatal­e, per il quale nel Pd si ipotizza un forum di coordiname­nto fra Palazzo Chigi, ministeri economici, Cassa depositi, Invitalia, società partecipat­e. «Non c’è niente di più tremendo che sprecare una crisi», disse dopo il crack di Lehman un consiglier­e di Barack Obama: è la sfida che l’italia ha davanti adesso.

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Una donna con la mascherina tra i celebri Koinobori, le carpe di carta o di stoffa che volano nel vento per la Festa dei bambini del 5 maggio
A Tokyo Una donna con la mascherina tra i celebri Koinobori, le carpe di carta o di stoffa che volano nel vento per la Festa dei bambini del 5 maggio

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