Corriere della Sera

Ognuno faccia quello che può

- Di Beppe Severgnini

Mi scrive una lettrice, Daniela Serena Lucca: «Mia figlia, studente fuori sede, è iscritta all’università degli Studi di Milano. Ha chiesto una piccola riduzione dell’affitto (pari alle spese delle utenze), dato che da più di due mesi non vive lì. Le è stata negata. Quale occasione ha perso il proprietar­io, stimato profession­ista. Capisco fatichi a rinunciare a parte dei 2.700 euro che incassa ogni mese dai sei studenti dell’appartamen­to.

Ma che bel gesto sarebbe stato, in un periodo come questo! E che delusione, per i ragazzi...».

Mi vien voglia di chiederle, Daniela, il nome del profession­ista (e magari da chi è stimato); e di capire se l’affitto che riceve viene regolarmen­te dichiarato. In quanto ai ragazzi, capisco la delusione. Ma quanto è accaduto nasconde una lezione. Non vale uno sconto, lo so. Ma forse non è inutile.

Quel profession­ista non ha capito che, in un periodo eccezional­e, tutti siamo tenuti a comportame­nti eccezional­i. Lo Stato, per cominciare, al quale in tanti chiedono un sostegno economico (sotto forma di sussidio, cassa integrazio­ne, prestito garantito). Le amministra­zioni locali, la sanità, le forze di polizia. Ma anche noi possiamo fare la nostra parte. Cosa vieta a un privato cittadino di aiutarne un altro? Nulla. Infatti milioni di volontari si sono mobilitati, donando tempo, conoscenze ed energie.

Pensate a negozi, bar, ristoranti: da due mesi non incassano nulla, hanno avuto solo spese. La ripresa sarà faticosa. Se può permetters­elo, un proprietar­io che riduce o rinuncia ai soldi dell’affitto per marzo e aprile offre un vero aiuto al locatario. Non è solo buon cuore, è buon senso. E potrebbe rivelarsi addirittur­a un investimen­to: magari quel negozio o quel bar non saranno costretti a chiudere e ad andarsene.

P.S. Sotto il mio studio a Crema ci sono tre esercizi commercial­i (moda femminile, camiceria, erborister­ia). D’accordo con i miei fratelli, abbiamo deciso di rinunciare all’affitto di marzo e aprile. In tempi normali, non l’avrei scritto. Ma questi non sono tempi normali, e potrebbe servire. Milioni di italiani cercano di aiutarsi a vicenda, facendo cose molto più importanti di questa. Fate i compliment­i a loro, quando li incontrate, non a me.

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