«Ampliare ecobonus e sgravi per salvare il settore dell’auto»
Inutile attendere i dati ufficiali. Le vendite di auto, in Italia, nel mese di aprile appena lasciato alle spalle si possono contare con un pallottoliere: non hanno superato le 4 mila unità, nulla a che vedere con le oltre 175 mila dello stesso periodo dell’anno passato.
Significa, senza possibilità di contestazione, un mercato completamente ingessato. L’unrae (Unione nazionale rappresentanti veicoli esteri) nelle parole del suo presidente, Michele Crisci, evidenzia la drammaticità della situazione «senza precedenti». «È necessaria un’azione altrettanto scioccante da parte del governo — spiega — per supportare tutta la filiera che, da due mesi, ha visto azzerati i propri ricavi».
La tanto declamata Fase 2, che prevede la ripresa delle attività commerciali, deve trovare — secondo l’unrae — rapide soluzioni, adeguate alla serietà del problema che coinvolge 160 mila lavoratori e le loro famiglie. L’unrae ha elaborato, proprio per dare accelerazione al processo di interventi statali, una serie di proposte che riguardano sia l’aspetto ambientale che la sfera della sicurezza stradale. L’ecobonus (un insieme di speciali agevolazioni) necessita di una terza fascia in cui vengano considerate le emissioni da 61 a 95g/km di CO2, aumentando, di conseguenza, anche gli importi unitari della seconda fascia da 21 a 60g/km e le dotazioni di fondo, fino al 2021.
L’unrae chiede anche la sospensione — per tutto l’anno in corso — dell’ Ecomalus (penale in caso di sforamento del tetto di 160g/km) e l’attivazione di un bonus sullo stock che si aggira intorno ai 350 mila pezzi (cumulabile con l’ecobonus) per far ripartire la consistenza delle immatricolazioni.
Inoltre, sempre per l’unrae, sarebbe doveroso riallineare i parametri fiscali che gravano sui veicoli aziendali nuovi con gli standard dei Paesi europei, ossia consentire la detrazione totale dell’iva. È importante ricordare che lo Stato italiano incassa, sulla vendita di 100 mila veicoli, oltre 500 milioni di Iva, mezzo miliardo di euro. Serve, in questo caso, una calcolatrice, per contabilizzare la cifra che — come è stato ipotizzato dal presidente e amministratore delegato di Ford Italia, Fabrizio Faltoni — deriva da 1,5 milioni di contratti di acquisto che, pur in calo, potranno essere siglati nel 2020. Il settore chiede anche la proroga — dal 30 giugno al 31 dicembre 2020 — per il superammortamento; l’incremento dell’aliquota dal 6% al 12% del credito di imposta applicabile ai veicoli commerciali e industriali; il rialzo della soglia dei costi ammissibili, estendendone la durata sino al 2025. È auspicabile che vengano presi in considerazione i veicoli commerciali e industriali, incentivandone il rinnovo con un fondo straordinario triennale, rispettivamente di 50 milioni e di 450 milioni di euro. Il tutto con la collaborazione del sistema bancario che deve sostenere la liquidità delle imprese.
Gaetano Thorel, direttore generale di Groupe Psa Italia, sottolinea che «la ripartenza è indubbiamente un’ottima notizia, tutto il settore riapre in totale sicurezza, i concessionari si sono già adeguati sia a ricevere i clienti negli show room, rispettando le norme in atto, sia con attività online. Ci aspettiamo una risposta rapida dal governo per stimolare la domanda».
L’automobile, a livello globale, sta affrontando la crisi più grave della sua storia centenaria, con il fermo della produzione che potrà incidere su una contrazione delle vendite compresa tra il 10 e il 25%; nel mondo si dovrebbero consegnare non più di 76 milioni di vetture, il 15% in meno rispetto al 2019, nell’ipotesi che la pandemia da coronavirus si arresti nel primo semestre. Anche la potente industria tedesca sta soffrendo, sebbene il governo abbia imposto misure meno drastiche che dovrebbero aver permesso di limitare il crollo delle immatricolazioni, grazie all’apertura, dal 20 aprile, delle reti di vendita. Ma c’è una certezza condivisa da tutti i costruttori: la mobilità individuale troverà un nuovo slancio, poiché risulta essere, sempre, la più sicura. L’antidoto, per ora, più valido contro il virus.
Il conto dell’iva Sulla vendita di 100 mila vetture, lo Stato incassa oltre 500 milioni di Iva