Tutto pieno sui (pochi) treni e aerei In migliaia diretti nel Mezzogiorno Controllo della febbre e isolamento, le Regioni si preparano ai rientri
ti, dopo aver ribadito il vecchio divieto «per tutte le persone fisiche di spostarsi in una regione diversa rispetto a quella in cui si trovano, salvo che per esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute», ha ricordato che è permesso pure il ritorno presso il domicilio. Attenzione, però: una «volta che si sia fatto rientro — avverte il ministero dell’interno — non saranno più consentiti spostamenti al di fuori dei confini della regione in cui ci si trova, qualora non ricorra uno dei motivi sopra indicati». Tradotto: chi torna a casa ci resta.
E infatti in Sardegna come in Campania, Puglia, Calabria o Sicilia chi arriva oggi è atteso comunque da un periodo (14 giorni) di isolamento domiciliare volontario. Insomma, la quarantena. «Noi vogliamo che la nostra gente rientri, ma con le dovute cautele per non rischiare nuovi contagi», spiega Antonio Belcastro, direttore del dipartimento Salute della Calabria (ieri, a proposito, il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ha impugnato l’ordinanza della governatrice Jole Santelli sull’immediata riapertura di bar e ristoranti all’aperto).
Così, ad esempio, in Campania (dove pure Ncc e autonoleggi saranno monitorati) Protezione civile e forze dell’ordine attenderanno oggi nelle stazioni, ai terminal, ai caselli autostradali i viaggiatori con termoscanner e test rapidi a campione anti-covid. «Dobbiamo stare attenti — dice Fabio De Pasquale, il portavoce del governatore siciliano Nello Musumeci —. Lo sa che abbiamo scoperto 260 positivi asintomatici facendo i tamponi a quelli già rientrati nella fase 1, circa 50 mila?». Obbligo di quarantena e di tampone, dunque, per chi sbarca sull’isola. Altri 200 positivi furono intercettati tra i 35 mila giunti in Puglia durante la prima fuga di marzo. «La quarantena ora varrà per tutti — dicono in Regione — anche per chi arriva dal Molise che è a contagio zero. Non possiamo più sbagliare».