Di Maio attacca Renzi per l’aut aut al governo Salvini: loro confusi
Il ministro degli Esteri al leader di Italia viva: «Basta pensare al consenso elettorale ogni forza politica indossi la maglia dell’italia»
singolo componente di questo governo non si sta fermando un attimo, idem il Parlamento. Stiamo giocando tutti la stessa partita. Ogni singola forza politica, di maggioranza e di opposizione, dovrebbe indossare la maglia dell’italia», dice il ministro del M5S. E nel merito delle richieste dell’ex premier perché si riparta velocemente: «Se pensiamo al consenso elettorale possiamo riaprire tutto già domani. Se vogliamo agire tutelando la vita dei cittadini la via è quella della prudenza».
Ma la fibrillazione resta. Lo sanno nel Pd, dove si cerca un rapporto corretto con l’opposizione. Il capogruppo al Senato Andrea Marcucci si augura che «il decreto maggio avvii una nuova fase, che fino a oggi purtroppo non è decollata, collaborando con lealtà da una parte e dall’altra anche sui testi, sui margini di cambiamento, sui tempi di discussione», e sottolinea «il comportamento di FI, il gruppo che si è distinto di più». E se Silvio Berlusconi continua a dimostrarsi aperto alla possibilità di mettere assieme le forze per il bene del Paese ma senza che questo significhi fare da stampella al governo, Matteo Salvini è molto più guardingo: «La Lega ha sempre offerto collaborazione leale, portando al tavolo del governo le sue proposte, tutte inascoltate. Il governo ha bisogno di scaricare sull’opposizione la responsabilità delle tensioni interne alla maggioranza». Il leader della Lega vede grosse crepe nella maggioranza («Non è che sto gufando, io lavoro») e non fa sconti: «C’è troppa confusione. Noi chiediamo al governo poche indicazioni, la gente non capisce». Condivide le critiche Giorgia Meloni ma cerca di guardare avanti: «Noi vogliamo fare la nostra parte, ma qualcuno deve darci la possibilità di contribuire ad aiutare la nostra Nazione perché non resteremo a guardare».
Mano tesa del Pd Marcucci: sul dl maggio avviamo un’altra fase, Forza Italia nel dialogo si è distinta più di tutti