Corriere della Sera

COSA SI IMPARA DAI TAGLI ALLA SANITÀ

- di Salvatore Bragantini

Dobbiamo imparare la lezione della crisi. Se fossimo stati più saggi prima, avremmo evitato poi un lungo blocco. A un Paese non s’applicano le regole d’una famiglia, ma il tetto della casa va costruito finché splende il sole. Secca sentirsi ammonire di fare i compiti a casa, ma chi li rimanda quand’è bello, li farà, male, sotto l’acqua. Le «prediche inutili» che ci ammonivano contro la spesa eccessiva mostrano oggi tutta la loro utilità; basta confrontar­e i passi, rapidi e ampi, degli scialbi teutoni sulla china della crisi con quelli, incerti e piccoli, che facciamo noi sudando, brillanti, sotto lo zaino pieno di debiti. Questo peso ci impone di bloccare la vita sociale, strozzando l’economia, per salvare vite. Il Paese tutto, incluse vaste zone dove il virus non è apparso, s’è tappato in casa perché la struttura sanitaria, debilitata da troppi tagli, non crollasse sotto un numero di ricoveri ingestibil­e. Se non avessimo tagliato tanto la spesa sanitaria non saremmo stati costretti a misure che rischiano gravi effetti — economici, politici e sociali — che ancora ci sfuggono. Con dotazioni simili, ad esempio, alla Germania, non avremmo dovuto fermare tutto così a lungo, per non far morire la gente per mancanza di spazi, persone, attrezzatu­re. Si può obiettare che quei tagli servivano proprio a ridurre i debiti, ed è arduo uscire dal circolo vizioso; governare è però scegliere, e scelte dalla vista corta hanno effetti di lunga lena. In sintesi, per non lasciar più scoperto il Paese su tale vitale fronte, dobbiamo investire in strutture sanitarie, in ricerca e giacché ci siamo, in istruzione; non sono spese, ma investimen­ti, necessari alla società tutta. Il debito va ridotto via via, seguendo con costanza politiche di sviluppo. Altrimenti l’economia è la prima a soffrire. Le risorse le abbiamo, ma solo una vera rivoluzion­e nella Pubblica amministra­zione può liberarle, anche recuperand­o l’ingente evasione fiscale. Gli strumenti ci sono; bisogna solo capire che, se non li usiamo, non ci salviamo.

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