INTERVENTI E REPLICHE
Lo Stato non mi paga e io mi devo indebitare Sono un architetto che, come tanti altri soggetti (imprese, artigiani, professionisti), si ritrova costretto a richiedere (o tentare) al sistema bancario un finanziamento usufruendo delle «opportunità» che il Decreto Liquidità offre. Ma se lo Stato debitore facesse il suo dovere potrei evitare di ricorrere a questi strumenti. Sono creditore nei confronti della Pubblica amministrazione per lavori svolti da tempo e mai pagati. Ma oggi lo Stato, anziché preoccuparsi di saldare il suo debito, chiede a me di indebitarmi. Nel maggio del 1998, nell’ambito del programma nazionale di riqualificazione delle periferie, ho ricevuto un incarico da un’amministrazione comunale per una consulenza nella progettazione di un intervento di rigenerazione di quartiere periferico della città. Ho adempiuto al mio incarico che si è concluso nel 2018. Nel febbraio 2019 ho inviato la mia fattura al Comune per il pagamento. Nel maggio 2019 il dirigente dell’amministrazione comunale ha firmato quella che in burocratichese si chiama «determina dirigenziale di liquidazione dei compensi», cioè una autorizzazione formale a liquidare l’onorario. Sono passati 455 giorni dalla data della mia fattura e nessun pagamento è stato effettuato, né si intravede all’orizzonte alcuna possibilità di soluzione del problema considerando che, nel frattempo, è stato dichiarato lo stato di dissesto di quel Comune. Il mio naturalmente è un piccolo caso se raffrontato ai 37 miliardi di debiti della Pubblica amministrazione. Ma non sarebbe più semplice e, soprattutto, più giusto se la Pubblica amministrazione pagasse i suo debiti a professionisti e imprese anziché «agevolarci » a contrarre debiti?
Francesco Orofino, Roma
Presidente di Regione, non governatore
L’italia non è una federazione ma uno stato unitario il cui territorio è suddiviso amministrativamente in Regioni: perché si parla di governatore (carica inesistente nell’ordinamento italiano) invece che di presidente?
Riccardo Forte