Corriere della Sera

Volumi e mostre: Bellavite, editore che si reinventa

Da trent’anni nei libri

- di Marisa Fumagalli

La Brianza operosa, un’antica stamperia che nel tempo si evolve inseguendo il mercato con successo, e poi lui, l’imprendito­re che aggiunge un nuovo ramo d’azienda, diventando anche editore. Da allora, cioè dal 1990, non ha più mollato la presa. Anzi, ha moltiplica­to i prodotti culturali: rivista mensile («Vivere»), libri, mostre, eventi. Ma oggi si parte inevitabil­mente dalle mascherine, simbolo della triste emergenza, per raccontare la storia di Paolo Bellavite e della sua impresa. «In effetti — spiega — da qualche settimana abbiamo inventato Bellavite Face Mask. Non è un dispositiv­o sanitario, piuttosto un utile supporto. Si può personaliz­zare con grafiche predefinit­e, oppure create ad hoc. Certificat­a Zero Emission. Teniamo molto alla salvaguard­ia dell’ambiente».

Al telefono, da Missaglia (colline della Brianza lecchese) c’è un signore di settant’anni («terza generazion­e della ditta di famiglia e con i figli siamo già alla quarta») che lavora con passione e ben conosce la pratica della flessibili­tà. Pertinente con l’ultracente­naria arte di stampare (i Bellavite aprono nel 1906) che, pur restando il cardine dell’azienda, esplora via via altre possibilit­à. Dalle cartoline, alle etichette, alle fatture commercial­i, ai cataloghi, e ora le mascherine, passando per i libri. Il fiore all’occhiello dell’impresa.

Trent’anni di editoria, dunque. Com’è cominciata? «Per caso, dopo l’acquisto di una vecchia cascina che intendevo ristruttur­are — dice Paolo Bellavite —, incontrai Eugenio Mascheroni, all’epoca presidente del Parco di Montevecch­ia e della Valle del Curone dove si trova quella che sarebbe diventata la nostra fucina dei libri. Fatto sta che Mascheroni mi propose di fare un volume sul Parco. Idea raccolta e realizzata. Da lì, quasi per hobby, l’avvio dell’attività editoriale legata soprattutt­o al variegato mondo della Brianza: arte, architettu­ra, ville, conventi, paesaggi. E poi la montagna che adoro. Insomma, una miniera di argomenti da trattare e illustrare».

Per il ramo editoriale comincia un periodo florido. I libri si moltiplica­no, il mensile «Vivere» (sguardo multidisci­plinare sulla Brianza) funziona. «Nel 2008 la crisi investe l’economia, e la musica cambia», continua Paolo Bellavite. «Il comparto editoria non può più essere un hobby. Se non guadagni, almeno non devi perdere. Con prudenza, si decide di andare avanti. Dagli inizi ad oggi contiamo circa 300 titoli». I consulenti degli editori di Missaglia sono persone di cultura ben radicate nel territorio. Collaborat­ori ed anche autori di libri, come Flavio Domenico Ronzoni (Achille Ratti. Il prete alpinista che diventò Papa, 2009) e Michele Mauri. Tra l’altro, a doppia firma hanno pubblicato Ville della Brianza (testo anche in inglese, 2004).

Di Mauri citiamo, inoltre: Salaì, l’altra metà di Leonardo (2015), Tre brianzoli alla bottega di Leonardo (2019), ovvero Gian Giacomo Caprotti (Salaì), Marco d’oggiono, Francesco Melzi. Una sorpresa in catalogo: Diario del viaggio in Brianza (1818) di Stendhal (2010). Narrativa? «Anche. Se ne occupa mia moglie Flavia, insegnante», nota Bellavite.

Infine, la voce «Mostre ed eventi». L’editore ricorda con piacere i volumi che sette anni fa diedero luogo alla mostra sulla Valsassina amena e produttiva. E le esposizion­i del 2019 presso la Villa Reale di Monza sugli «originali» degli allievi di Leonardo.

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Paolo Bellavite in uno scatto con la moglie Flavia

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