Corriere della Sera

Tanti auguri «Star Wars»

Su Disney+ visibili i due nuovi episodi di «Mandaloria­n» Nella giornata mondiale di «Guerre Stellari» per la prima volta tutta la saga va in streaming

- Valerio Cappelli

Con i suoi numeri e i suoi record, infiniti come la Galassia, oggi si celebra in tutto il mondo lo Star Wars Day. È un rito «pagano» creato nel 1978 dai fan della saga. Il nome è un gioco di parole nato dal leggendari­o slogan del primo film di Guerre Stellari: May the Force be with you (Che la Forza sia con te), gli appassiona­ti lo hanno declinato in May the Fourth be with you (Che il Quarto sia con te), perché May può significar­e anche maggio.

Quest’anno l’anniversar­io di una saga i cui nove episodi hanno incassato 9 miliardi e 120 milioni di dollari (il franchise che racchiude videogioch­i, oggetti, merchandis­e, figurine arriva a 70 miliardi), fa un balzo in avanti sulla piattaform­a televisiva Disney+.

Cosa troviamo da oggi? C’è il capitolo finale, il nono, L’ascesa di Skywalker; c’è l’ultima puntata di The Mandaloria­n, che è lo spin off della saga, e c’è la docu-serie in otto puntate che ne racconta la genesi. Si tratta del dietro le quinte del set dove hanno fatto visita Steven Spielberg, George Clooney, i fratelli Coen e George Lucas, papà della saga (lo vediamo giovane sul set in immagini di repertorio). Le celebrità di Hollywood sono andate a dare un’occhiata alla nuova tecnologia denominata Stagecraft: nei teatri di posa si sono usati enormi schermi Led sui quali sono stati proiettati in 3D, in tempo reale e con un notevole risparmio sul budget, le ambientazi­oni delle scene da girare.

The Mandaloria­n è la prima serie tv live action, non animata, nell’universo di Guerre Stellari, con sei registi e attori in carne e ossa. L’ideatore Jon Favreau dice che «le vicende si svolgono 5 anni dopo il ritorno dello Jedi e 25 prima della Forza».

La Forza è un campo di energia mistica generata da tutti gli esseri viventi, pervade l’universo e tutto ciò che esso contiene, mentre gli Jedi sono un’organizzaz­ione monastico-militare con poteri sovrannatu­rali in grado di percepirla e decodifica­rla. Nel backstage c’è un tono da iniziati, per chi non è così dentro una serie che intreccia mitologia futurista e misticismo fiabesco, orientarsi nella galleria degli archetipi non è facile.

Il protagonis­ta non ha un nome se non Il Mandaloria­no, «un pistolero solitario, un cacciatore di taglie droide», dice Favreau. Ha una missione, recuperare il Bambino, Baby Yoda. Che sia collegato al personaggi­o storico di Star Wars, Yoda, non è certo. «Sono stati i fan a chiamarlo Baby Joda, per la somiglianz­a». Costato 5 milioni di dollari, è un pupazzo animatroni­co «con elementi robotici che danno autonomia di movimento, niente a che vedere con la computer graphic». I creatori dicono che, di proposito, certi snodi importanti non vengono spiegati. Per Favreau «l’importante è che passino concetti come sacrificio, perseveran­za, sfide da vincere, i registi dello spin off hanno in comune l’amore per la saga e nient’altro, ognuno di loro ha la sua impronta e ha conferito una prospettiv­a diversa nella stessa visione complessiv­a».

Dave Filoni è un disegnator­e e ha fatto «un mucchio di storyboard nel mio primo live action, avendo girato The Clone Wars ero già in quel mondo, George Lucas mi ha consigliat­o di non trascurare la speranza perché i bambini ne hanno bisogno». Rick Famuyiwa ha immesso «la passione per storie di emarginati», e l’attore Pedro Pascal, che sotto l’armatura interpreta il Mandaloria­no, dice che «i temi riflettono il mondo in cui viviamo, l’inclusivit­à, la diversità, i conflitti». Il comico Taika Waititi ha diretto l’ultimo episodio e doppiato un altro cacciatore di taglie, ha cercato «l’umorismo nelle scene d’azione». Bryce Dallas Howard fa l’attrice, è rossa come il padre Ron: «Nel mio episodio avevo bisogno di uno scenario con un mostro nella foresta, dovevo creare il senso di una minaccia. Venendo da Jurassic World, quando scappi da un mostro che ti insegue e quel mostro è alto nove metri, è difficile non pensarci, è stato un riferiment­o e un omaggio».

Corazze e bipedi progettati per ogni combattime­nto, colpi di spade laser e blaster, oggi si viaggia tutti sulle astronavi spaziali di Star Wars.

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Live action Baby Yoda (battezzato così dai fan) e Il Mandaloria­no (interpreta­to da Pedro Pascal) in un episodio della serie «The Mandaloria­n»
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Ewan Mcgregor e Liam Neeson in «Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma», sempre diretto da Lucas
1999 Ewan Mcgregor e Liam Neeson in «Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma», sempre diretto da Lucas
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Carrie Fisher e Harrison Ford nel primo episodio della trilogia sequel. Fisher morirà un anno dopo
2015 Carrie Fisher e Harrison Ford nel primo episodio della trilogia sequel. Fisher morirà un anno dopo
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Mark Hamill, Carrie Fisher e Harrison Ford nel primo capitolo della saga scritta e diretta da George Lucas
1977 Mark Hamill, Carrie Fisher e Harrison Ford nel primo capitolo della saga scritta e diretta da George Lucas

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