Corriere della Sera

L’asta rinasce nel giardino dei campioni

I migliori si sfidano in una «maratona verticale» via social: vincono Lavillenie e il primatista Duplantis

- Marco Bonarrigo

Non l’olimpico di Roma, non il Bislett di Oslo, non il Letzigrund di Zurigo. La grande atletica leggera (a distanza ma non virtuale) ieri pomeriggio non è andata in onda negli stadi della leggenda (sbarrati causa virus) ma, in simultanea, nel grazioso giardino di una villetta di Clermont-ferrand, Francia, in un ranch di Oxford, Mississipp­i, e nel retro di una bifamiliar­e di Fayettevil­le, Louisiana. Nessun merito alla federazion­e internazio­nale, tramortita dallo stop a Olimpiadi, Europei e grandi meeting, ma a Renaud Lavillenie che da 12 anni colleziona primati e titoli olimpici e mondiali nel salto con l’asta.

Creativo e social come tutti gli astisti, Renaud si è costruito una pedana da salto tra il muro di cinta e il capanno degli attrezzi di casa, dove si allena da mattina a sera per la gioia di figli e dei vicini che lo vedono spuntare dalla staccionat­a. Sapendo che due suoi illustri colleghi dispongono di un impianto molto simile (lo yankee Sam Kendricks, campione del mondo in carica, e il baby fenomeno svedese Armand «Mondo» Duplantis, fresco di record planetario) li ha sfidati a singolar tenzone: piazziamo l’asticella a 5 metri precisi e — davanti alle webcam — vediamo chi la supera più volte in 30 minuti, divisi in due «tempi» con 5’ di recupero. Chi sbaglia deve tirar su l’asticella da solo, perdendo tempo prezioso. Titolo del progetto «The Ultimate Garden Clash» grossomodo «Lo Scontro Finale nel Giardino».

Idea abbracciat­a al volo dal presidente dell’atletica mondiale Sebastian Coe che, consapevol­e di quanto i tre calamitino l’audience, ha proiettato tutto sui social federali.

Che sarà mai un saltino di 5 metri per gente che (Duplantis su tutti: 6 metri e 18) vola un metro oltre? Una faticaccia bestiale, una maratona verticale per chi è abituato ad alzarsi in volo solo 8/10 volte nelle due ore di una gara tradiziona­le. Al pronti/via, i tre hanno preso la rincorsa. Iperattivo Duplantis, più riflessivo Lavillenie, pigro Kendricks che sfruttava tutti i 50 metri della pedana-monstre (l’unica sopraeleva­ta, l’unica «olimpica») costruita nel boschetto del suo ranch. Una faticaccia pazzesca terminata 36 a 36 per la coppia Duplantis/ Lavillenie con Kendricks fermo a quota 26 dopo essersi divertito a volare molto oltre l’asticella: «Ci fossimo sfidati a 5 e 40 — ha detto il campione del mondo — avrei vinto io». «Gareggiare in giardino sarà anche surreale — hanno detto i due vincitori — ma abbiamo vissuto la sfida come una gara vera».

La battaglia del giardino, che pare abbia sfondato sui social, proseguirà in altre forme nelle prossime settimane. A giugno il meeting di Oslo verrà rimpiazzat­o dagli Impossible Games, sfida in stadi separati tra astisti, discoboli, velocisti e fondisti con tentativi di record su distanze inconsuete, dai 300 ai 3.000 metri. Meglio di niente per gli appassiona­ti di atletica costretti a un digiuno totale.

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Da sinistra, Armand Duplantis, Renaud Lavillenie e Sam Kendricks impegnati nella «sfida in giardino»
Magnifici tre Da sinistra, Armand Duplantis, Renaud Lavillenie e Sam Kendricks impegnati nella «sfida in giardino»
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