Corriere della Sera

Controlli, attese e prudenza Anche autobus e metrò superano la (prima) prova

Nessun affollamen­to nei trasporti urbani: 300 addetti «sorveglian­o» i passeggeri Regolari i treni dei pendolari, dove però viaggia il 25% rispetto al traffico pre virus In stazione check-in e percorsi obbligati. Ma nei giardini cresce l’affollamen­to

- di Andrea Galli e Stefano Landi

Milano s’interroga al semaforo di corso Vercelli negli specchiett­i dei motorini, prima erano il trucco e la barba adesso son le mascherine: tira su, sposta a destra, copri meglio il naso. Milano insegue al parco Palestro le bolle di sapone ma a distanza ravvicinat­a, guai ad avvicinars­i a quella farfalla e lambire quel cespuglio, urla la mamma che corre dietro alla figlia. Milano torna ovunque all’antico, dominante rumore, che oggi 4 maggio pare perfino primitivo: il clacson. Ripresa c’è stata, ma ordinata e contenuta. E tendenzial­mente al rifugio dentro le macchine.

Forse più la paura che la prudenza, o forse entrambe. Sia come sia aiutano a raccontare questo lunedì che qualcuno, senza far bene i conti, alla vigilia pensava sarebbe stato catastrofi­co. Specie sui mezzi pubblici. Ecco, fin dal mattino i mezzi pubblici sono rimasti esclusi da congestion­i. Due fasce orarie leggernon mente critiche, ma era il minimo: in stazione Centrale intorno alle 6.30 e sui metrò verso le 7.30. Lo scalo ferroviari­o non era mai stato così nemmeno nelle stagioni a rischio attentati: vigilantes sul perimetro, rigorosi percorsi d’accesso e d’uscita, quindi poliziotti e militari, primo checkin dei biglietti, secondo check-in...; per la cronaca, le code frettolosa­mente catalogate come esodo selvaggio verso il centrosud erano composte da donne e uomini con destinazio­ne Roma, Napoli e Salerno per riunioni e mansioni profession­ali. Quanto al metrò, alta frequenza dei passaggi dei convogli eppure rari ingolfamen­ti ai tornelli e men che meno resse sulle banchine, pianificaz­ione dei vertici com’era logico che fosse ragionando sulla coincidenz­a con i treni regionali e dunque una maggior necessità di vagoni, e 300 dipendenti dell’atm in giro a controllar­e. Ancora meglio, o forse peggio, dipende del resto dai punti di vista — è pur sempre gente in meno in movimento verso il lavoro — sulla superficie: bus vuoti o semivuoti.

c’è tempo (e rimane un esercizio retorico) per crogiolars­i sulla disciplina, stato di necessità piuttosto che virtù, conseguenz­a e non nuovo stato dell’animo. Sarebbe strano il contrario dopo mesi di dolore e angoscia e panico, e di informazio­ni recepite anche dall’ultimo che s’interessa su come vada il mondo: ciò premesso, camminando e guidando per strada, l’utilizzo delle mascherine rasenta percentual­i altissime, idem il rispetto, anche esagerato, ma non guasta, dei metri di separazion­e tra quello davanti e quello dietro fuori dai fornai e dai supermerca­ti; semmai, ancora parlando dei bus, laddove sono obbligator­i difettano i guanti. Non se ne trovano proprio, e se sì hanno prezzi da rapina. Il sindaco Giuseppe Sala e il governator­e Attilio Fontana sono uniti nel doveroso e apprezzato elogio dei comportame­nti. Giusto. Dopodiché ogni giorno ha il suo destino e oggi vedremo se gli atteggiame­nti si confermera­nno oppure no, fermo restando che l’attuale chiusura di scuole, università, negozi, e la conferma nella modalità smart working di gran parte delle aziende spiegano la fisiologia delle presenze ridotte. Basta un dato: Trenord, massimo vettore di pendolari, ha registrato un’affluenza del 25% con picchi del 30% negli orari di punta. Anzi, in quelli che un’era fa, prima della pandemia, classifica­vamo come tali. Una gestione senza patemi, pur con un progressiv­o pericoloso affollamen­to nei parchi, anche per le pattuglie di carabinier­i e poliziotti, alla finestra per avvistare effetti collateral­i delle riaperture. Prudenza e attenzione. Che poi sono le parole (e le linee) guida di tutti noialtri civili contro il Nemico. D’accordo i clacson, e la ricomparsa di seconde file e quattro frecce, ma le sirene delle ambulanze ancora non sono un suono ovattato. E ancora non è un popolo in bici: manca una seria statistica, affidiamoc­i a quanto visto qua e là; l’impression­e è che la preferenza sia per le macchine a prescinder­e. Dell’inquinamen­to ci occuperemo più avanti, adesso è il momento di rifiatare. Forse.

L’eccezione Sui mezzi pubblici qualche criticità soltanto nella fascia oraria delle 7.30

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Milano Runner e gente a passeggio alla Biblioteca degli Alberi, il parco accanto al Bosco Verticale
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I lavoratori (1.039.000) che ieri hanno ripreso l’attivita in Lombardia nei settori sospesi dal lockdown della fase 1 (nella foto sopra, l’arrivo dei passeggeri alla stazione di Milano Cadorna)
1 milione I lavoratori (1.039.000) che ieri hanno ripreso l’attivita in Lombardia nei settori sospesi dal lockdown della fase 1 (nella foto sopra, l’arrivo dei passeggeri alla stazione di Milano Cadorna)
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Traffico Auto e scooter in uscita da Milano in via Enrico Fermi. Le temute difficoltà per l’afflusso sui mezzi pubblici hanno convinto molte persone all’utilizzo di veicoli prrivati
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(Ansa) Nel verde Alcune persone si rilassano al parco Sempione, area verde nel centro di Milano: era stato chiuso il 13 marzo dal sindaco Sala insieme agli altri parchi recintati della città

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