Corriere della Sera

«Non c’è spazio politico né morale per le trame contro il governo»

- (Afp)

ROMA Goffredo Bettini, stiamo avviando la fase due con lentezza...

«La risposta migliore l’ha già data il direttore generale dell’oms: “Sì alla strategia di mitigazion­e massima del rischio seguita dall’italia, no alle riaperture sciagurate che si sono verificate in alcuni Paesi dell’europa”».

Secondo lei Conte come sta gestendo la situazione? I capigruppo del Pd Graziano Delrio e Andrea Marcucci lo hanno criticato.

«C’è chi nella tragedia soffia sul fuoco per calcoli politici, secondo me, del tutto sballati; chi cerca di lucrare qualcosa con un giro di valzer di maggioranz­e, di ministeri, di premier; e chi, infine, cerca di guidare la barca nella tempesta con serietà, passione e dedizione, come stanno facendo Conte e il suo governo. Ci vogliono decisione politica e ascolto della scienza, con una sola priorità: la difesa della viqueste ta degli italiani».

Il Parlamento però è stato bypassato.

«L’ultima parola sui decreti sarà del Parlamento. È importante che sia così. Tuttavia manca una piena consapevol­ezza che ci confrontia­mo con una delle più indecifrab­ili emergenze della storia moderna. Si deve operare dentro un quadro incerto; nel quale ogni errore costa vite umane e danni sociali e economici irreparabi­li. Siamo (questa volta sì!) in uno stato di eccezione, che comporta anche procedure eccezional­i».

Matteo Renzi ha posto un

● A Strasburgo è stato tra l’altro membro della commission­e Affari esteri e successiva­mente della delegazion­e per i Rapporti con i Paesi del Sudest asiatico

problema di democrazia.

«Su questo ha risposto bene Zingaretti. La democrazia italiana è in pericolo se le disuguagli­anze continuera­nno ad aumentare e se nelle prossime settimane, insieme alla ripresa produttiva, non saremo in grado di aiutare direttamen­te le famiglie in difficoltà, i poveri, gli anziani soli. Il prossimo decreto, su questo, deve destinare somme adeguate».

Quindi tutto bene?

«Sarebbe perfino banale negare errori e confusioni. Aggiungo, però, che è facile fare le “anime belle” quando

Il Parlamento L’ultima parola sui decreti sarà del Parlamento. Manca però la piena consapevol­ezza che questa emergenza è tra le più indecifrab­ili non si hanno responsabi­lità dirette e si può agevolment­e criticare e giudicare. Vado, però, al sodo dei risultati di queste settimane. Il virus è in decrescita. Gli italiani hanno mostrato generalmen­te disciplina e solidariet­à. E quindi fiducia nel potere pubblico. Le misure a sostegno dei lavoratori, delle imprese, delle famiglie e del potenziame­nto del sistema sanitario ammontano già a 76 miliardi. Il prossimo decreto ne vale altri 155 circa. C’è un ingente fondo per prestiti agevolati e garantiti alle imprese. Ci siamo battuti bene in Europa con Gualtieri, e da lì potrebbero arrivare 35 miliardi senza condiziona­lità per spese sanitarie dirette e indirette legate al coronaviru­s. Questa è la dimensione dello sforzo messo in campo».

Comunque si continua a parlare di un altro governo...

«Direi, in modo drastico, che non esiste lo spazio morale, oltre che politico, per ordire trame e ribaltare l’esecutivo. Chi concretame­nte dovesse tentare queste strade fallirebbe e ne rispondere­bbe alla nazione. Possibile che dobbiamo rimestare anche in ore difficili nella “piccola” politica, quando invece dovrebbe essere il momento della “grande” politica, che riflette, azzarda vie nuove, scommette su un futuro diverso? Facciamo ripartire l’economia, intenzione sacrosanta. Ma ricomincia­ndo tutto come prima? Le polveri sottili trasportan­o e diffondono il virus, un bambino su cinque durante questa crisi in Gran Bretagna è denutrito, la sanità pubblica (nonostante l’eroismo di tutti gli operatori) arranca perché è stata indebolita e definanzia­ta. Se è così, non è l’ideologia ma uno stato di necessità che impone il cambiament­o».

Cosa propone?

«Non ho ricette. Ma di una cosa sono sicuro: non si può continuare a essere subalterni a un capitalism­o cieco e disumano; al disprezzo per l’ambiente e la salute del pianeta; all’idea selvaggia e autocentra­ta che i poveretti sono un effetto collateral­e dello sviluppo con cui convivere tranquilla­mente. Il Pd deve prendere in mano la bandiera di una sinistra umana. E sono sicuro che lo saprà fare. Il virus ha dimostrato di poter fermare e distrugger­e tante cose materiali; compreso il nostro corpo. Ma non il nostro spirito libero, che a certe condizioni può modificare in positivo il corso della storia. È in atto un ampio dibattito in campo culturale. Ho letto cose belle di Di Giovanni, di Zizek, di Prodi e di tanti altri. Ma un complessiv­o scatto in avanti del pensiero ancora non c’è stato. Occorre immaginare un altro modo di vivere, di relazionar­si, di cooperare. Perché davvero la pandemia ci ha detto che siamo sulla stessa barca. Tronti, in un bellissimo saggio, ha invocato, citando Bloch, una “utopia concreta”. Si può da subito praticare: risveglian­do le coscienze, una per una, e ingiganten­do la riserva di umanità in ognuno di noi. Condizione per ogni balzo in avanti di civiltà».

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I lavori di allestimen­to di un ospedale da campo per malati di Covid 19 alla Nippon Foundation Para Arena
A Tokyo I lavori di allestimen­to di un ospedale da campo per malati di Covid 19 alla Nippon Foundation Para Arena

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