L’uomo di Zingaretti: multa per il pranzo? Era lavoro
Sembra che abbiate mangiato ostriche: «Ma era una degustazione, due piccole a testa. E poi, volete guardarmi nel piatto?». No, in effetti, non è quello il punto. La questione è che tra le migliaia di italiani multati dalle forze dell’ordine in questi giorni c’è anche lui, Albino Ruberti. Nome che dice poco al grande pubblico (il cognome potrebbe ricordare quello di un ex ministro e di un ex rettore della Sapienza, suo padre), ma che ricopre un ruolo chiave: è capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. La vicenda risale al 1° maggio, uno dei giorni più a rischio trasgressione a Roma: sole che splende e un sentore di fave e pecorino. Quel giorno Ruberti decide di andare a pranzo al Pigneto, insieme a Sara Battisti, consigliera regionale del Pd. Sono ospiti di Andrea Pacella, consigliere politico della ministra dei Trasporti, Paola De Micheli. Un pranzo normalissimo, se non fossimo ancora nella fase 1 del lockdown. Un vicino di casa li vede sul terrazzo, sente la musica e chiama il 112. Da lì le ricostruzioni divergono. Secondo il Fatto Quotidiano, Ruberti se ne sarebbe uscito con una frase da commedia all’italiana: «Lei non sa chi sono io». Segue battibecco con le forze dell’ordine, che contestano la mancanza di mascherine e una residenza diversa alla Battisti, che si sarebbe innervosita, sbattendo il verbale sull’automobile. Ruberti si dice pentito per la «leggerezza», ma anche «dispiaciuto e amareggiato»: «Non capisco l’enfasi. Non si trattava né di una festa, né di una grigliata, come è stato scritto. Era un pranzo di lavoro». Vietato. «Lo so, non si doveva fare. Ma io, come altri, sto lavorando da 60 giorni senza domeniche, 25 Aprile e 1 Maggio. Quel giorno dovevamo parlare della ripartenza e dei trasporti e valutare l’aiuto della Protezione civile. Potevamo
Anche se era il 1° Maggio discutevo di come organizzare questa fase di ripartenza
farlo in call, ma abbiamo deciso di mangiare insieme». Non a spese della Regione: «Pago da sempre di tasca mia i miei pranzi. Le ostriche erano un delivery da 40 euro, della Santeria di Mare». E il «lei non sa chi sono io»? «Mai detto». Qualcosa di simile? «Ho solo spiegato chi ero, che lavoro in Regione. Mi spiace se si sono indispettiti, volevo spiegare, non rivendicare un privilegio. Tanto che ho accettato il verbale». Non aveva la mascherina. «No, sono sceso al volo. Comunque ci sono tante notizie da scrivere, mica stavo andando al mare». Da un rappresentante delle istituzioni, anche evitando spiriti giustizialisti anticasta, ci si aspetta il rispetto delle regole: «L’ho detto, è stata una leggerezza. Ma chi mi conosce sa il lavoro che svolgo. Né più né meno di altri. Non facciamola più grande di quella che è».