Da Electrolux alla Ferrari le aziende con la app antivirus «Così proteggiamo gli operai»
I monitoraggi digitali anche dei contatti tra dipendenti Le startup che anticipano l’applicazione del governo «Si possono ridurre i rischi rispettando la privacy»
Icinquemila dipendenti dell’electrolux presto potranno scaricare sui loro telefonini un’app, rispondere a tre domande, scoprire grazie a un semaforo qual è il loro rischio di contagio e ottenere il via libera. In attesa di Immuni, il monitoraggio digitale su scala nazionale varato dal governo, molte aziende si stanno attrezzando da sole. Perché in questa fase di ripresa delle attività, salute dei propri lavoratori e necessità di non interrompere la produzione vanno strettamente d’accordo. E la tecnologia corre in aiuto.
Azzurrodigitale, startup fondata da tre giovani padovani, aveva già messo a punto un software (Awms, Advanced workforce management system) per ottimizzare la gestione degli operai in fabbrica. Il 2020 doveva essere l’anno del lancio. «Eravamo gasati e pronti a partire, poi a febbraio è arrivato il Covid — ricostruisce Carlo Pasqualetto, uno dei fondatori e amministratore delegato —. Ci siamo però subito resi conto che la piattaforma che avevamo elaborato era perfetta anche per gestire l’emergenza coronavirus. Così anche noi ci siamo riconvertiti, come le industrie tessili che hanno iniziato a produrre mascherine».
L’app funziona così. Il lavoratore trova ogni giorno tre domande: come stai? come stanno le persone che vivono con te? sei stato in un luogo affollato? «È su base volontaria e bisogna rispondere responsabilmente, come un buon padre di famiglia — aggiunge Pasqualetto —. I dati vengono raccolti e integrati sia con il database della Protezione civile sia con i parametri che arrivano dai controlli in azienda, per esempio con i termoscanner. L’algoritmo, incrociando tutte le informazioni, ci restituisce l’indice di rischio, che abbiamo chiamato Covindex».
L’electrolux non è l’unica azienda che sta cercando soluzioni tecnologiche per tenere lontano il virus. Anche la Ferrari ha lavorato a un piano di rientro che oltre a uno screening prevede «un’app, per avere un supporto medico sanitario nel monitoraggio della sintomatologia nel rispetto della privacy individuale».
E non c’è una sola strategia in campo. Altre startup per esempio stanno sviluppando sistemi che misurano il distanziamento. Come l’emiliana Builti che ha elaborato «Mind the gap», già prenotato da un’altra importante casa automobilistica. «È basato sulla tecnologia Bluetooth — chiarisce Enzo Castellaneta, cofondatore dell’azienda e responsabile commerciale —. Non è solo un’applicazione che fornisce un ausilio attivo al distanziamento, un cicalino che suona e vibra quando due soggetti si avvicinano troppo. C’è anche una seconda parte basata sul tracking, che registra i contatti sotto soglia e in caso di positività offre uno strumento per avvisare i soggetti è un aspetto più borderline, si può implementare in un secondo momento, una volta ottenuto il consenso di tutti».
L’introduzione delle app aziendali apre infatti una serie di problemi e cautele legali. «In linea generale il datore di lavoro, nel rispetto dello Statuto dei lavoratori, prima di introdurre novità di questo tipo deve informare correttamente a rischio e attuare i piani i propri dipendenti e di emergenza». dialogare con i rappresentanti
Osserva Castellaneta che sindacali — ragiona Carlo tutte le aziende stanno ripensando Rossi Chauvenet, avvocato i propri modelli d’intervento esperto in diritto della privacy tenendo conto della e docente a contratto alla Bocconi pandemia. «È una precisa responsabilità —. Le chiavi di questo del datore di lavoro rapporto devono essere la garantire la salute dei dipendenti buona fede, la trasparenza, la e nello stesso tempo correttezza del trattamento preoccuparsi che nel caso di dei dati e la minimizzazione, un lavoratore positivo non si ovvero l’acquisizione delle informazioni fermi tutto. Ovviamente assicurando necessarie e per il rispetto dei diritti un periodo congruo». individuali». Per questo, aggiunge, Il contrasto tra diritti individuali «noi proponiamo il ed esigenze della collettività sistema che misura il distanziamento, diventa più delicato mentre per quanto in questo ambito, perché va a
5 riguarda il tracciamento, che toccare anche la sfera dei rapporti mila
Il numero di lavoratori di Electrolux che potranno scaricare l’app antivirus sui loro telefonini di lavoro. Per esempio: una app di questo tipo può essere obbligatoria? E se un dipendente si rifiuta di scaricarla? «Se viene data un’informazione chiara e corretta, con il consenso delle parti sociali, garantita la sicurezza nel trattamento dei dati e l’utilizzo per questa finalità specifica, non vedo perché un lavoratore possa sottrarsi» aggiunge l’avvocato Rossi Chauvenet. In ogni caso, avverte Pasqualetto di Azzurrodigitale, sarebbe sbagliato pensare nel nostro mondo occidentale «a un controllo coercitivo, oppure che la tecnologia possa risolvere tutti i problemi. Semmai può e deve abilitare a comportamenti virtuosi».
(Afp) Anche se la valutazione caso per caso non sarà semplice. «È sicuramente necessario un bilanciamento degli interessi — conclude Rossi Chauvenet —. Ma non c’è a priori una soluzione che abbia il bollino del Garante». È ripartita ieri con orari ridotti, specifiche misure di sicurezza e tutele per i redditi di tutti i dipendenti, la produzione nello stabilimento Lamborghini di Sant’agata Bolognese. I turnisti sono passati da 7 a 6 ore di lavoro al giorno (in verniciatura da 7,30 a 6,30) con sanificazioni tra un turno e l’altro, mentre i lavoratori del «centrale» sono passati da otto a sei ore. Anche il ceo Stefano Domenicali è andato a salutare i dipendenti.
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