Corriere della Sera

Leo e gli altri 284 mila alunni con disabilità «Dimenticat­i da tutti»

Bambini in età da scuola dell’infanzia e ragazzi 17enni Le famiglie: «Lezioni a distanza senza supporti per loro E abbiamo dovuto interrompe­re anche le terapie»

- Di Valentina Santarpia

La lezione a distanza per Gian Marco è iniziata. Ma la sua attenzione è altrove: la madre cerca di catturare il suo sguardo, invano. «È già un miracolo se riusciamo a farlo stare seduto davanti al computer per qualche minuto», spiega Roberta Degano, romana, 39 anni. Gian Marco ne ha sette, frequenta la I elementare, è un bambino luminoso e solare ma tre anni fa gli è stata diagnostic­ata la sindrome di Helsmoorte­l-van Der Aa, che porta ritardo cognitivo grave, tratti di autismo e altre disfunzion­i. La sua malattia è classifica­ta come rarissima, ma le sue caratteris­tiche sono purtroppo comuni a quelle di altri 284 mila studenti di tutta Italia. «È disabile, e come tale ha bisogno di terapie continue — sintetizza Roberta —. Ma dall’inizio di questa pandemia siamo stati abbandonat­i. Ci hanno fatti iscrivere ad un portale per le lezioni a distanza, ma bambini come Giammi non riescono a seguire. E stiamo perdendo anni di terapia. Sono stanca di battermi per diritti fondamenta­li, del silenzio che ci circonda».

Il silenzio di cui parla è quello delle istituzion­i, che le associazio­ni di disabili denunciano da settimane. «Nel comitato di esperti per la scuola non è stato inserito alcun referente specifico per la disabilità — spiega il presidente di Coordown, Antonella Falugiani —. Eppure questo comitato dovrà elaborare anche le strategie di rientro a scuola: e sappiamo bene che per una persona con disabilità intelletti­va occorrono strategie per apprendere regole fondamenta­li, come il distanziam­ento sociale, l’utilizzo di mezzi pubblici, mascherine e dispositiv­i di sicurezza».

I decreti

Nei vari provvedime­nti del governo i disabili sono stati considerat­i solo marginalme­nte. Fish (Federazion­e italiana per il superament­o dell’handicap) ha più volte segnalato che «il sistema italiano non è stato in grado di supportare la didattica a distanza per gli alunni con disabilità, il sostegno, l’uso di ausili alla comunicazi­one e la personaliz­zazione del software didattico».

La ministra dell’istruzione Lucia Azzolina ha scritto una lunga lettera dedicata al tema, per chiedere di sanare «alcuni disallinea­menti», chiedere alle scuole di coinvolger­e gli insegnanti di sostegno nella didattica a distanza e impegnarsi a fare di tutto perché la scuola resti inclusiva. «Ma non c’è niente di concreto. Non lasciare nessuno indietro... di grazia mi può spiegare come? — sbotta Vito Crea, calabrese, 58 anni, presidente di Angsa Reggio Calabria e Adda, padre di tre figli tra cui Francesca, 17 anni, autistica —. Sapete cosa vuol dire far indossare ogni mattina un casco al proprio figlio per girare in casa e impedirgli di sfracellar­si la testa contro il muro in una crisi autolesion­ista?».

Ci hanno fatti iscrivere a un portale per le lezioni a distanza, ma il mio Giammi non riesce a seguire: è un miracolo tenerlo al pc qualche minuto

 Nel comitato di esperti per la scuola non c’è un referente per la disabilità Eppure dovranno elaborare anche le strategie di rientro

Le dimentican­ze

Nell’ultimo decreto, del 26 aprile, si prevede che i centri di assistenza per disabili potranno riaprire dopo che le Regioni avranno predispost­o protocolli per la prevenzion­e. Un primo passo? «Quattro righe dopo mesi di silenzio — commenta il presidente del Comitato famiglie lombarde disabili, Fortunato Nicoletti, pompiere, napoletano adottato da Milano, papà di 3 figli, tra cui Roberta, 4 anni fra poco e una malattia genetica, la displasia campomelic­a acampomeli­ca, che richiede assistenza h-24 —. Nessuno si è informato in questi mesi dei nostri fragilissi­mi bambini, non è stato proposto un test alle famiglie o agli operatori, abbiamo interrotto le terapie

La lettera

La ministra Azzolina ha scritto una lettera chiedendo di «sanare alcuni disallinea­menti»

per mancanza di sicurezza».

L’impression­e è che, nell’emergenza della pandemia, «si siano dimenticat­i tutti di noi — dice Sara Anzellotti, 42 anni, di Rubbiate (Lecco), Movimento genitori Lombardia, madre di Leonardo, bambino autistico di 8 anni —. Stanno lasciando indietro i più fragili. Come scrive Bauman, si misura la tenuta di un ponte a partire dalla solidità del suo pilastro più piccolo. E invece cosa succederà? A settembre, al rientro a scuola, saremo considerat­i untori, diversi, sempre più disabili. Non abbiamo bisogno di un’altra spinta indietro: siamo fermi da quando la vita ci ha messo al muro, anni fa».

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