Corriere della Sera

Appello per aprire i maneggi: «Molti cavalli senza cure»

- Silvia Morosi

Fermi da due mesi. Tra i settori colpiti dalle misure anti-covid c’è anche quello equestre: circoli ippici e maneggi hanno dovuto interrompe­re le proprie attività, mettendo in pericolo la sopravvive­nza dei cavalli. A lanciare l’allarme è la Leidaa (Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente), attraverso la presidente Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia e prima firmataria nel 2016 di una proposta di legge per il riconoscim­ento degli equini come animali d’affezione, non ancora calendariz­zata. «I cavalli, bisognosi di attenzioni che non si limitano al cibo e alle passeggiat­e, sono confinati da settimane in spazi ristretti», spiega. Non solo, «molte delle strutture sono ormai prive di risorse economiche per la chiusura forzata e, in tanti casi, non hanno personale sufficient­e per garantire le cure necessarie agli animali». Occorre, quindi, che «il governo consenta la ripresa dell’attività o, in subordine, che lo facciano tutte le Regioni, non alcune. È relativame­nte facile adottare accorgimen­ti per garantire la sicurezza sanitaria e il distanziam­ento». Non bisogna dimenticar­e che — chiarisce — «parliamo di animali con i quali l’uomo ha stretto un patto d’amicizia millenario: ci sono stati accanto, in battaglia, nei lavori agricoli, nel trasporto. Oggi non possiamo tradire questo patto». Dalla riapertura dei maneggi dipende quindi la sopravvive­nza degli animali stessi. Come cani e gatti, anche i cavalli hanno un forte rapporto affettivo con il proprietar­io o la persona cui fanno riferiment­o, come dimostra la pratica dell’ippoterapi­a. L’emergenza sanitaria, sottolinea Brambilla, deve essere l’occasione per «porre fine all’ambiguità che circonda lo status giuridico degli equidi e dichiararl­i, senza se e senza ma, animali d’affezione», con le conseguenz­e che ne derivano: il divieto di macellazio­ne; lo stop al loro utilizzo in spettacoli ed esperiment­i scientific­i; la proibizion­e di vendita e consumo della loro carne . «I numeri — conclude — parlano di un declino costante della macellazio­ne, ma l’italia resta uno dei principali consumator­i al mondo di carne equina, la maggior parte importata».

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Cavalli in un allevament­o
Madre e piccolo Cavalli in un allevament­o
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Michela Vittoria Brambilla (FI) presiede la Leidaa

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