Gli anti-nucleari al governo: atomiche Usa via dalla Germania
Iniziativa della Spd: «Queste Bombe vanno abolite». La Cdu: irresponsabile
Nel pieno della crisi pandemica, esplode in Germania uno strano dibattito. Con John Le Carrè, potremmo definirla una polemica «che viene dal freddo», tanto i termini e le linee di demarcazione rimandano appunto alla Guerra Fredda e al mondo di ieri. In realtà è più attuale che mai, riguardando tanto il presente, nello specifico la stabilità della Grosse Koalition, quanto il futuro, cioè il ruolo della Germania nell’architettura della sicurezza europea.
Tant’è. I leader della Spd chiedono il ritiro di tutte le armi nucleari americane dalla Repubblica Federale. A lanciare la richiesta è stato il capogruppo socialdemocratico al Bundestag, Rolf Mützenich, secondo il quale lo stazionamento degli ordigni Usa sul territorio tedesco, nel quadro della Nato, «non aumenta la nostra sicurezza, anzi ha l’effetto opposto». Mützenich ha citato l’imprevedibilità di Trump, «il quale ha detto chiaramente che i sistemi nucleari sono armi con cui si può combattere una guerra». E se qualcuno, anche all’interno della socialdemocrazia, ha pensato che la sua fosse una posizione isolata, si è dovuto subito ricredere. Poche ore dopo Mützenich, i due copresidenti della Spd, Norbert Walter-borjans e Saskia Esken, hanno manifestato il loro appoggio all’idea di una Germania denuclearizzata.
La Spd riapre così un dibattito che ha scandito l’intero dopoguerra tedesco, a tratti lacerando il Paese come durante la crisi degli Euromissili all’inizio degli Anni 80. Di più, la fine della Guerra Fredda e della minaccia comunista lo ha reso non più una diatriba dall’esito scontato, ma un conflitto tra due ipotesi strategiche entrambi accessibili. Una cosa non è mai cambiata: anche trent’anni dopo il crollo del mondo bipolare, in Germania sono in molti a vedere le armi nucleari Usa come una inutile provocazione verso
Mosca. Oltre che dalla Linke, la posizione è condivisa dai Verdi, nonché da una maggioranza dell’opinione pubblica.
Per Norbert Röttgen, presidente della Commissione Esteri del Bundestag e uno dei candidati alla guida della Cdu, la presenza di armi atomiche americane sul territorio tedesco «non è negoziabile» e quella di Mützenich è un’idea «irresponsabile».
Ma l’uscita socialdemocratica non avviene per caso. La Germania deve mandare in pensione gli ormai obsoleti Tornado, i cacciabombardieri capaci di trasportare testate atomiche. La ministra della Difesa, Annegret Kramp-karrenbauer, ha proposto come soluzione ponte l’acquisto di 93 Eurofighter e di 45 Hornet F/A-18, meno moderni ma anche meno costosi degli F35, in attesa che vada a regime il progetto del caccia franco-tedesco di ultima generazione, già lanciato. Il costo sarà comunque di molti miliardi di euro. Ma i socialdemocratici si oppongono a un aumento della spesa militare, nonostante Berlino resti lontana dall’obiettivo del 2% del Pil, l’impegno comune preso dai Paesi Nato.
Il paradosso con la richiesta del ritiro delle armi Usa dalla Germania è che non sarebbe un problema irrisolvibile per gli americani, i quali potrebbero facilmente dispiegarle in un altro Paese dell’alleanza, più ben disposto verso di loro, in primis la Polonia.