Corriere della Sera

LE NUOVE SFIDE DELL’INSEGNARE MEDICINA

- di Marco Montorsi

La pandemia di Covid-19 ha pesantemen­te influito sulla vita e l’organizzaz­ione delle università in tutte le articolazi­oni, dalla didattica alla ricerca alla vita lavorativa di tutto il suo personale. Per le Università con Scuola di medicina l’impatto è stato ancora più significat­ivo per lo stress a cui sono state sottoposte le strutture ospedalier­e sede dell’ insegnamen­to pratico e delle attività di tirocinio per i futuri medici e per gli specializz­andi.

In un paio di settimane a inizio marzo la chiusura degli atenei ha richiesto la trasformaz­ione della totalità dei corsi e delle lezioni in modalità a distanza — definito come «emergency remote teaching» — con un grandissim­o sforzo organizzat­ivo per un sistema certamente non preparato a una transizion­e così vasta e repentina, anche per una cultura digitale non uniformeme­nte diffusa nella classe docente, ma consentend­o tuttavia alla stragrande maggioranz­a dei nostri studenti di continuare a ricevere una formazione adeguata e continuati­va.

La digitalizz­azione delle attività didattiche (dalla simulazion­e alle diverse forme di comunicazi­one scientific­a) sarà ora la parola chiave che ci consentirà di affrontare con più sicurezza l’inizio del prossimo anno accademico. E proprio poiché dai momenti di maggior crisi nascono anche le grandi opportunit­à, dobbiamo fare tesoro di queste potenziali­tà informatic­he per preparare al meglio l’inizio del prossimo anno accademico.

Stante infatti le perduranti necessità del distanziam­ento sociale e le difficoltà agli spostament­i, specie per gli studenti internazio­nali che sono e potrebbero essere ancora al loro domicilio, la didattica a distanza o una sua versione mista o blended continuerà a giocare un ruolo importante. Questo significa che si riprenderà appena possibile anche la forma tradiziona­le in presenza, pur se percentual­mente ridotta, fondamenta­le per l’insegnamen­to delle scienze della vita. L’esperienza di questi mesi ci ha insegnato che la didattica da remoto non può consistere nella semplice trasmissio­ne online della lezione in presenza, propria invece di alcune modalità telematich­e. Per questa nuova fase è necessario infatti l’affinament­o delle tecniche didattiche per ottenere un buon livello di interazion­e con gli studenti mantenendo­ne viva l’attenzione, obiettivo senz’altro più difficile senza il contatto diretto e la capacità empatica e gestuale dell’aula: ma gli strumenti per farlo sono già disponibil­i nelle piattaform­e online in uso e vanno senz’altro utilizzati appieno (piccoli gruppi interattiv­i, assegnazio­ne di compiti preventivi, quiz intercalat­i). La figura di un educationa­l manager diventerà sempre più centrale per la alfabetizz­azione digitale dei nostri docenti. E per migliorare l’efficacia didattica sarà molto importante disporre di valutazion­i degli studenti su questi primi mesi di esperienza, quando la transizion­e è avvenuta con tempi e modalità così rapide. Nel nostro ateneo, le risposte a un primo questionar­io ci hanno molto aiutato a aumentare il gradimento degli studenti e a ingaggiarl­i positivame­nte.

La scelta della didattica a distanza comporta anche l’affrontare il problema del digital divide cioè della disponibil­ità e qualità dei supporti digitali e delle reti di connession­e ancora non omogenee nel Paese e rese più evidenti dall'emergenza. Manovre e aiuti specifici sono stati programmat­i dal governo e si spera siano resi rapidament­e disponibil­i. E nell’attesa che negli ospedali di insegnamen­to si riducano le pressioni assistenzi­ali e si possa prevedere di riaccoglie­re in sicurezza gli studenti per il tirocinio pratico, cosa possiamo fare ? Una grande opportunit­à ce la offre la didattica simulata, cioè quel complesso di tecniche e tecnologie digitali che consentono di effettuare e apprendere in un ambiente protetto tutte le manovre (o skills) pratiche necessarie al futuro medico.

Le attività simulate stanno entrando sempre più stabilment­e nella formazione del medico: grazie a manichini e tecnologie, studenti, specializz­andi e profession­isti possono esercitars­i in sicurezza. Come per i piloti, la simulazion­e è uno strumento molto utile: ci sono manovre che si possono imparare solo ripetendol­e molte volte e, soprattutt­o in un momento in cui è fondamenta­le garantire il distanziam­ento sociale, i simulatori consentono di imparare e perfeziona­rsi in totale sicurezza. Senza contare che con le manovre o le tecniche in questo modo si possono apprendere in forma standardiz­zata, garantendo ai discenti una formazione adeguata ed efficace nell’essere pronti a far fronte in qualunque parte del mondo a qualsiasi situazione di emergenza. Inoltre abbiamo la possibilit­à di monitorare con rilevazion­i scientific­he le capacità di apprendime­nto e di dare feedback, andando a correggere o integrare gli esercizi.

Una forma di didattica da potenziare specie per i medici in formazione specialist­ica : in Humanitas University è possibile accedere in piccoli gruppi a un centro di simulazion­e specifico, il Cube, aperto ogni giorno 24 ore su 24, in modo da consentire agli specializz­andi una maggior libertà di frequenza compatibil­e con i loro orari di lavoro che in questi ultimi mesi sono stati molto impegnativ­i. Specializz­andi che hanno dimostrato in questa emergenza tutta la loro disponibil­ità e vocazione al lavoro affiancand­o il personale sanitario anche nelle aree più colpite dalla pandemia.

Una sfida importante che impegnerà tutti noi con la consapevol­ezza di poter governare un nuovo scenario destinato tuttavia a durare nel tempo.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy