Fincantieri, con la maxi-commessa Usa vola in Borsa
La controllata Marinette Marine costruirà nuove fregate lanciamissili per la Us Navy: titolo a +11%
A conti fatti quell’operazione costruita nel 2008 da Giuseppe Bono per l’acquisizione dei cantieri di Marinette nel Wisconsin, regione dei Grandi Laghi, presenta oggi un ricco «dividendo» industriale. Quei 120 milioni di euro messi sul piatto per comprarli hanno permesso oggi di rivitalizzarli anche da un punto di vista occupazionale. Accadeva negli stessi mesi in cui Sergio Marchionne portava a compimento la fusione tra Fiat e Chrysler. Non sfugge certo l’amicizia tra i governi con Obama alla Casa Bianca all’epoca primo sponsor di questa alleanze concepite con aziende leader di un Paese del
Patto atlantico.
A distanza di dodici anni la super-commessa del Dipartimento di Difesa Usa appena strappata dalla controllata americana di Fincantieri suona ora come una benedizione. Il segmento della croceristica — altro business di punta per il gruppo controllato da Cassa depositi e prestiti (e quindi a cascata dal Tesoro) — rischia di frenare pesantemente colpito dall’effetto indiretto dalla pandemia. Questo maxi-appalto, controvalore di 5,5 miliardi, prevede la fornitura di una fregata lanciamissili alla US Navy e l’opzione di altre nove fregate Fremm che il gruppo ha già fornito alla Marina
italiana. Ossigeno per le prospettive di lungo termine e fiducia per il mercato con il titolo premiato dagli acquisti a Piazza Affari con aumenti fino al 40%, fino alla chiusura a 0,79 euro, in rialzo dell’11%.
Fincantieri ha un portafoglio ordini da qui al 2027 che le consente di mantenere operative anche le maestranze degli stabilimenti italiani anche se dovesse verificarsi una dilazione delle richieste di navi da crociera da parte degli armatori più importanti del mondo, tutti clienti di Fincantieri, da Carnival (che controlla Costa Crociere) a Royal Caribbean a Msc. Ma tutta la filiera si sta adoperando per assorbire lo choc di una domanda in picchiata per tutto il 2020 e probabilmente anche per metà 2021. Gli armatori hanno ottenuto una moratoria di un anno sul rimborso dei prestiti — tramite le controgaranzie per i crediti all’export — per i contratti stipulati con i cantieri navali.