Corriere della Sera

«La Cina? È un partner Gli Usa alleati principali»

Il ministro degli Esteri: pensiamo con la nostra testa La politica non c’entra nulla con gli aiuti ottenuti per gestire un’emergenza in cui tanti sono morti

- di Emanuele Buzzi

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ribadisce che «la Cina è un partner», ma aggiunge che « i nostri valori sono quelli della Nato», quindi «il baricentro non cambia». Di Maio, in un’intervista al Corriere, dice anche che «l’italia ragiona con la propria testa» e «la politica non c’entra nulla con gli aiuti ottenuti per gestire un’emergenza in cui tanti sono morti».

Ministro Di Maio, gli Stati Uniti sostengono che la Cina è responsabi­le del Covid-19, sfuggito a un laboratori­o. Pechino respinge le accuse. Chi ha ragione?

«Non voglio entrare nel merito, prendiamo seriamente le preoccupaz­ioni di Washington, così come le posizioni assunte dall’intelligen­ce Usa e dai loro esperti. Credo che la cosa più saggia da fare in queste circostanz­e sia affidarsi alla scienza. Solo la scienza può darci delle risposte e ritengo che questa discussion­e sull’origine del virus non debba avere lo scopo ultimo di individuar­e un colpevole, ma quello di comprender­e come equipaggia­rci in futuro di fronte a una minaccia diversa, quale è ad esempio la pandemia in corso».

Altri Paesi sospettano comunque una scarsa trasparenz­a di Pechino sulla diffusione del virus. Così Francia, Gran Bretagna, Germania.

«La questione della trasparenz­a è fondamenta­le, soprattutt­o nei rapporti internazio­nali. Quando è iniziata la crisi sanitaria a tutti i miei interlocut­ori esteri ho assicurato che l’italia avrebbe agito con massima trasparenz­a. E lo stiamo facendo. La stessa trasparenz­a la chiediamo naturalmen­te a tutti i nostri partner».

Alcuni Stati Usa come il Missouri hanno fatto causa alla Cina. Anche la Lombardia sta valutando azioni.

«Ne ho visti altri, come quello di New York, ringraziar­e la Cina per gli aiuti. Ma vede il punto non è questo, non si può disperdere tutto ogni volta nello scontro tra Est e Ovest, io credo che chi ha il dovere di rappresent­are le istituzion­i debba tenere sempre a mente un concetto molto chiaro: l’interesse nazionale. Che significa avere dei valori, a cui siamo legati, come quelli euroatlant­ici. Non a caso l’italia è e resta saldamente nella Nato e nella Ue, ma non perché per noi sia un vezzo, bensì perché rappresent­a un interesse strategico. E poi ci sono dei partner, con cui dialoghiam­o con franchezza. Tra questi c’è anche la Cina, che le vorrei ricordare ha strettissi­mi rapporti commercial­i anche con Francia e Germania in vari settori».

A molti osservator­i il governo sembra privilegia­re un asse con Pechino e Mosca. C’è chi vi accusa di aver dato molta più enfasi agli aiuti cinesi o russi, che a

Il legame

Gli Stati Uniti sono il nostro principale alleato, la stessa commessa vinta da Fincantier­i è la testimonia­nza di queste relazioni. Merkel è andata in Cina dodici volte e nessuno l’ha accusata di nulla

Il futuro del governo

Solo in Italia nel corso di una pandemia ci si mette a discutere sull’ipotesi di cambiare governo. Non abbiamo bisogno di polemiche ma di far ripartire il Paese e l’economia con la prudenza suggerita dalla scienza

La sfida della

Ue La decisione della Corte costituzio­nale tedesca? L’unione europea non può pensare di fare l’unione solo quando è il momento di dettare regole sul mercato interno. Bisogna comprender­e che questa è una sfida comune

quelli americani.

«Mi faccia dire: gli Stati Uniti sono il nostro principale alleato. Con gli Usa condividia­mo molto, sia in termini commercial­i che valoriali. La stessa commessa vinta da Fincantier­i nei giorni scorsi è la testimonia­nza delle fortissime relazioni con Washington, di cui siamo orgogliosi. Il presidente Conte ha un ottimo rapporto con Donald Trump, io mantengo lo stesso rapporto cordiale con il mio omologo Mike Pompeo. Questi sono i fatti. Il baricentro non si sposta, non c’entra nulla la politica estera con gli aiuti in questa emergenza sanitaria in cui abbiamo visto morire migliaia e migliaia di nostri cittadini. L’italia è un Paese forte, autonomo, che pensa con la propria testa. Ringrazia un Paese quando viene aiutata, ma non si lascia condiziona­re e francament­e trovo singolare anche solo parlarne. In nessun altro Paese Ue è sorto questo dibattito. La cancellier­a Angela Merkel è stata in vista in Cina molte volte e nessuno la ha accusata di essere filocinese».

Ma lei è il ministro che ha firmato la «Via della Seta»…

«Ecco, anche qui. Si ricorda quando all’italia è toccata la presidenza del G7? Glielo dico io: nel 2017. Noi eravamo all’opposizion­e. E già allora, pur nel ruolo di Paese presidente del G7, l’italia prese parte alla prima edizione del forum sulla Belt and Road. La Via della Seta può aprire nuove opportunit­à commercial­i per il made in Italy. Mi dica perché nel 2017 non si levò lo stesso dibattito mediatico di oggi. Le ripeto: il punto è l’interesse nazionale. Noi siamo con la Nato, al fianco degli Usa e dei nostri alleati e manteniamo relazioni commercial­i anche con altri partner, inclusa la Federazion­e Russa, non vedo dove sia il problema».

Se le tensioni internazio­nali crescerann­o, quale sarà la strategia dell’italia?

«Ci auguriamo che non aumentino. In una situazione del genere è auspicabil­e che il mondo si unisca, non che si divida».

Le tensioni politiche sono anche a Roma. Il premier è stato attaccato da Renzi ma anche nel Pd ci sono state critiche sulla gestione della fase 2. Il governo regge?

«Sono decenni che ci domandiamo se il governo regge. Solo in Italia nel corso di una pandemia, con medici, infermieri e operatori sociosanit­ari che lavorano h24 ci si mette a discutere sull’ipotesi di cambiare governo. Dovremmo lavorare tutti al servizio di chi sta combattend­o il virus in prima linea. Non abbiamo bisogno di polemiche in questo momento, ma di far ripartire il Paese e l’economia, con la prudenza che la scienza ci suggerisce».

Il M5S potrebbe aderire a un governo di unità nazionale? Si voterebbe su Rousseau?

«Un governo c’è e va sostenuto. Punto. Restiamo lontani dai giochi di palazzo. Non ci interessan­o».

Tra la base M5S c’è malessere per le parole del pm Di Matteo, da voi sempre considerat­o un modello, sul ministro Bonafede.

«Siamo entrati in Parlamento con il chiaro intento di fermare il malaffare e debellare le mafie. Il ministro Bonafede ha sempre dimostrato di avere la schiena dritta e non mi sembra che ci sia stata la reazione che lei descrive, anzi Alfonso è stato sostenuto da tutti e dal governo».

La Corte costituzio­nale tedesca si è espressa con riserva sul Quantitati­ve easing. Cosa pensa del caso?

«Qui la questione è molto più ampia e gira tutta intorno a una domanda: l’europa vuole salvaguard­are il proprio futuro, crede nel suo progetto? Il nostro domani risiede in questa risposta. L’UE non può pensare di fare l’ue solo quando c’è da dettare regole sul mercato interno. Bisogna comprender­e che questa è una sfida comune».

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Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, 33 anni, con il suo omologo cinese Wang Yi lo scorso novembre
A Shanghai Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, 33 anni, con il suo omologo cinese Wang Yi lo scorso novembre

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