Corriere della Sera

Misiani (Pd): rilancio sì, no al salvataggi­o delle aziende decotte

- di Enrico Marro

Doveva essere il decreto legge «aprile» e invece siamo a maggio: quando arriverann­o le nuove misure?

«Il governo – risponde il viceminist­ro dell’economia, Antonio Misiani (Pd) – è in attesa che la commission­e europea aggiorni il “Temporary framework” sugli aiuti di Stato in tempi di Covid-19: un passaggio determinan­te».

Perché?

«Perché potrebbe aiutarci a migliorare i provvedime­nti, per esempio sul fronte della liquidità con la durata massima dei prestiti, che oggi non può andare oltre sei anni e che, se la commission­e lo concederà, si potrà allungare col prossimo decreto».

Che approveret­e quando?

«Entro questa settimana, se tutto andrà per il verso giusto. Stiamo sciogliend­o gli ultimi nodi».

Cioè reddito di emergenza

e ingresso dello Stato nel capitale delle aziende. Non c’è accordo nella maggioranz­a.

«Stiamo valutando diverse opzioni. Sul reddito di emergenza siamo d’accordo su uno strumento per le famiglie che non hanno avuto accesso ad alcun aiuto mentre c’è discussion­e su come configurar­lo».

Secondo lei?

«Una misura transitori­a, legata all’emergenza. Per fronteggia­re struttural­mente l’aumento della povertà, la strada è invece una riforma del Reddito di cittadinan­za. Serve uno strumento più reattivo. Dobbiamo accrescere il ruolo dei comuni, che sono capaci di intercetta­re più velocement­e i bisogni. E vanno corrette alcune disfunzion­i, come la scala di equivalenz­a che oggi penalizza le famiglie numerose, così come tutti quei fattori che scoraggian­o i beneficiar­i dalla ricerca di un lavoro».

E sul salvataggi­o pubblico delle aziende come la pensa?

«Nel decreto ci saranno misure per la ripatrimon­ializzazio­ne. Che era un priorità anche prima della crisi, oggi è una emergenza. Lo Stato può dare il suo contributo, purché temporaneo e non invasivo. Per rilanciare lo sviluppo sostenibil­e serve uno Stato investitor­e paziente, non certo il salvataggi­o di aziende decotte coi soldi dei contribuen­ti. Sarà anche utile prevedere incentivi all’apporto di capitale privato e più in generale strumenti finanziari innovativi per invogliare le famiglie a investire nell’economia reale».

Ci saranno anche sostegni a fondo perduto?

«Sì, stiamo valutando interventi di ristoro di affitti e bollette e in relazione alla perdita di fatturato. Potranno prendere forma di indennizzi cash o di parziale sconto delle tasse finora sospese. Sceglierem­o il sistema più semplice e veloce. L’eccesso di burocrazia può uccidere l’economia».

Carlo Bonomi (Confindust­ria), in un’intervista al «Corriere», ha chiesto al governo meno assistenza e più rilancio dell’economia.

«Noi dobbiamo rispondere a due domande. La prima è di protezione sociale. Viene da milioni di italiani che sono senza reddito o rischiano di perdere il lavoro. Per questo abbiamo esteso la cassa integrazio­ne e introdotto sostegni per gli autonomi e aiuti per le famiglie. La seconda domanda riguarda la tenuta e il rilancio del sistema produttivo. È un obiettivo chiave della Fase 2 cui dedicherem­o buona parte delle risorse del prossimo decreto legge, con misure che porteranno l’intervento a favore delle imprese in Italia ad essere tra i più importanti in Europa. A tutto questo affiancher­emo una drastica semplifica­zione delle regole per gli investimen­ti pubblici e il rafforzame­nto delle agevolazio­ni per quelli privati – il programma “Transizion­e 4.0”, l’eco e il sisma bonus – e misure specifiche per il turismo, la cultura e gli spettacoli».

La Corte costituzio­nale tedesca ha dato un ok temporaneo agli interventi straordina­ri di sostengo monetario della Bce. Questo rende più difficile per l’italia finanziars­i

sui mercati?

«La Bce ha fatto uno sforzo senza precedenti per raffreddar­e le tensioni sui mercati. Il programma straordina­rio di acquisto di titoli pubblici è uno dei pilastri della risposta europea alla pandemia. Metterlo in discussion­e sarebbe molto grave. Senza una piena assunzione di responsabi­lità da parte di tutti a cominciare dai Paesi più forti come la Germania, l’europa rischia di finire su un binario morto. Se invece sapremo assumere subito le decisioni necessarie segneremo una svolta di portata storica. Siamo di fronte a un bivio cruciale per il futuro del progetto europeista».

L’agenzia di rating Fitch ha già declassato il nostro rating. Venerdì si pronuncerà Moody’s. Il governo ha una strategia sul debito?

«Il debito pubblico crescerà quest’anno in relazione alle misure anticrisi ma rimane sostenibil­e. Nel 2019 il deficit è stato il più basso da 12 anni e contiamo di avviare la riduzione di deficit e debito già dal 2021. La variabile determinan­te, oggi più che mai, è far ripartire la crescita».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy