Corriere della Sera

L’estetista fa le unghie alle vigilesse, colleghe del marito

- Rinaldo Frignani

«Nail art» clandestin­o ai tempi del coronaviru­s. Vietato dalle disposizio­ni per contenere il contagio da Covid-19, ma praticato di nascosto, e a pagamento, perfino in un comando dei vigili urbani. Unghie naturali, artificial­i e ricostruit­e, con dotter o senza (lo strumento per disegnare i puntini), monocolore o a fantasia, fluorescen­ti o water marble. Era il campionari­o offerto da un’estetista che ha continuato a lavorare con l’aiuto del compagno, agente della polizia municipale a Roma. Lui, già in passato coinvolto in altre indagini, è stato denunciato per una sfilza di reati che vanno dall’epidemia colposa in concorso al peculato, lei ha anche ricevuto una multa salata, e potrebbe rischiare di perdere l’abilitazio­ne. Ma non basta: due vigilesse sono sotto inchiesta disciplina­re perché hanno deciso di sottoporsi alla seduta, per giunta in ufficio.

Quello del gruppo Pronto intervento centro storico, uno dei reparti speciali dei vigili urbani, fra i più impegnati in prima linea dall’inizio dell’emergenza coronaviru­s che vede a tutt’oggi la Municipale con il maggior numero di controlli su strada, quasi un milione. E proprio un’indagine interna al Corpo ha consentito nei giorni scorsi di accertare che le agenti, il loro collega e la fidanzata si sono incontrati almeno una volta proprio in quell’ufficio e che la prestazion­e dell’estetista è stata pagata. Sembra qualche decina di euro e sembra anche che a loro discolpa le due vigilesse abbiano sottolinea­to di essersi prese un’ora di permesso e quindi tecnicamen­te non erano in servizio quando si sono lasciate coccolare dall’estetista attualment­e disoccupat­a perché la sua categoria, insieme con quella dei barbieri e dei parrucchie­ri, e più in generale dei saloni e dei trattament­i di bellezza, è ferma. Anzi, proprio per i rischi che derivano dal contatto fra operatrice e cliente sarà una delle ultime a riaprire. In ogni caso la difesa delle vigilesse non ha alcun fondamento, anche perché la seduta è avvenuta in pieno lockdown ed è proprio la polizia municipale, con le altre forze dell’ordine, a dover controllar­e le eventuali violazioni.

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