L’estetista fa le unghie alle vigilesse, colleghe del marito
«Nail art» clandestino ai tempi del coronavirus. Vietato dalle disposizioni per contenere il contagio da Covid-19, ma praticato di nascosto, e a pagamento, perfino in un comando dei vigili urbani. Unghie naturali, artificiali e ricostruite, con dotter o senza (lo strumento per disegnare i puntini), monocolore o a fantasia, fluorescenti o water marble. Era il campionario offerto da un’estetista che ha continuato a lavorare con l’aiuto del compagno, agente della polizia municipale a Roma. Lui, già in passato coinvolto in altre indagini, è stato denunciato per una sfilza di reati che vanno dall’epidemia colposa in concorso al peculato, lei ha anche ricevuto una multa salata, e potrebbe rischiare di perdere l’abilitazione. Ma non basta: due vigilesse sono sotto inchiesta disciplinare perché hanno deciso di sottoporsi alla seduta, per giunta in ufficio.
Quello del gruppo Pronto intervento centro storico, uno dei reparti speciali dei vigili urbani, fra i più impegnati in prima linea dall’inizio dell’emergenza coronavirus che vede a tutt’oggi la Municipale con il maggior numero di controlli su strada, quasi un milione. E proprio un’indagine interna al Corpo ha consentito nei giorni scorsi di accertare che le agenti, il loro collega e la fidanzata si sono incontrati almeno una volta proprio in quell’ufficio e che la prestazione dell’estetista è stata pagata. Sembra qualche decina di euro e sembra anche che a loro discolpa le due vigilesse abbiano sottolineato di essersi prese un’ora di permesso e quindi tecnicamente non erano in servizio quando si sono lasciate coccolare dall’estetista attualmente disoccupata perché la sua categoria, insieme con quella dei barbieri e dei parrucchieri, e più in generale dei saloni e dei trattamenti di bellezza, è ferma. Anzi, proprio per i rischi che derivano dal contatto fra operatrice e cliente sarà una delle ultime a riaprire. In ogni caso la difesa delle vigilesse non ha alcun fondamento, anche perché la seduta è avvenuta in pieno lockdown ed è proprio la polizia municipale, con le altre forze dell’ordine, a dover controllare le eventuali violazioni.