Corriere della Sera

«Più Stato». E la fase due si colora di rosso

- di Antonio Polito

La fase due sembra colorarsi di rosso antico. Il Manifesto è tornato di moda. E non solo quello di Norma Rangeri, sul quale un nutrito gruppo di intellettu­ali sta raccoglien­do le firme affinché la si smetta di disturbare il manovrator­e Conte. Ma anche il Manifesto di Marx ed Engels, la cui fiammeggia­nte retorica rivoluzion­aria è stata emulata da Goffredo Bettini nella sua invettiva contro un «capitalism­o cieco e disumano». Non è chiaro in che modo il capitalism­o sia responsabi­le del coronaviru­s, visto che l’epidemia è nata nell’ultimo Paese comunista del mondo. Ma è chiaro che sta prendendo forza la corrente di chi non intende sprecare questa occasione per rimettere lo Stato alla guida dell’economia. Mariana Mazzucato, autorevole membro della task force di Colao, l’ha detto chiaro e tondo: serve uno Stato imprendito­re che aiuti le aziende dicendo loro come e dove investire. Si vede che i paladini del «pubblico» sono rimasti colpiti dalla sua performanc­e nel corso della crisi, in termini di efficienza e rapidità nella distribuzi­one di mascherine, dispositiv­i sanitari per medici e infermieri, approntame­nto della app e dei test sierologic­i, rapporto tra Stato e Regioni. E ora, giustament­e, vogliono esportare questa esperienza di successo all’economia tutta. Uno spettro si aggira per l’italia.

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