Corriere della Sera

Gran Bretagna, quasi 30 mila morti Boris pensa a un anno in emergenza

Il Paese ha da ieri il triste record europeo e nel mondo è secondo solo agli Usa per numero di decessi: rinviata la «fase 2» che si annuncia comunque molto cauta

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Luigi Ippolito

La Gran Bretagna ha toccato ieri un triste primato: quello del più alto numero ufficiale di decessi per coronaviru­s in Europa, superiore anche a quello dell’italia. Il governo ha annunciato che il totale dei morti — fra ospedali, residenze per anziani e in casa — aveva raggiunto la cifra di 29.502, a fronte dei 29.315 del nostro Paese (mentre in Francia e Spagna sono poco sopra i 25 mila). Solo gli Stati Uniti hanno più di 70 mila morti, ma bisogna rapportarl­i a una popolazion­e di gran lunga più numerosa.

Il governo di Londra continua a ripetere che è troppo presto per fare confronti internazio­nali: perché i sistemi di calcolo sono diversi da Paese a Paese e un bilancio sarà possibile solo alla fine dell’epidemia, quando si confronter­anno i morti in eccesso rispetto alla media degli ultimi anni. Ma ieri hanno dovuto ammettere, durante la quotidiana conferenza stampa da Downing Street, che le vittime sono «più di quelle che ci saremmo augurati».

E la realtà potrebbe essere anche peggiore di quella raccontata dalle cifre governativ­e. Secondo l’ufficio Nazionale di Statistica, che conteggia tutti i decessi col Covid-19 sul certificat­o di morte, le vittime sarebbero state già oltre 32 mila dieci giorni fa: il che vuol dire che oggi il conteggio arriverebb­e a 40 mila. E uno studio del Times, basato sulla mortalità in eccesso, porta il bilancio della strage addirittur­a a 55 mila.

Al di là del balletto dei numeri, i grafici mostrati ieri dal governo indicano comunque che la traiettori­a della Gran Bretagna percorre una curva più alta rispetto a quelle di Italia, Francia e Spagna, che sono sostanzial­mente sovrappost­e. L’unica consolazio­ne è che il ritmo dei decessi continua diminuire dalla metà di aprile: non tanto però da far dire al governo di essersi lasciati definitiva­mente il picco alle spalle.

È anche per questo che la fase 2 in Gran Bretagna non sembra cominciare mai. Il Paese che è stato il più restio in Europa a introdurre le chiusure è diventato il più cauto nell’avviare la riapertura: complice la paura che attanaglia il governo e l’opinione pubblica. Solo domani è previsto il riesame del «lockdown»: ed è scontato che verrà prorogato per altre tre settimane. Quella doveva essere anche la data in cui Boris Johnson avrebbe presentato una «road map» per la fase 2: ma il premier si è dato tempo fino a domenica sera, quando annuncerà il suo piano in un discorso televisivo. Quello che però filtra sui giornali non sembra per nulla incoraggia­nte: le misure di emergenza, infatti, potrebbero restare in vigore per un anno intero. Il governo intende, dalla fine di maggio, incoraggia­re la gente a tornare al lavoro e a riaprire i negozi: ma con mille cautele. La Gran Bretagna appare ormai come prigionier­a di sé stessa.

L’annuncio

Si prevedono altre tre settimane di blocco Il premier Johnson darà i dettagli domenica

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