Corriere della Sera

Ma anche al mare Sarà l’estate dei viaggi in tenda

- (Getty Images)

All’inizio fu il bivacco alla bella stella. Gli alpinisti si avvolgevan­o in rozze coperte di lana e attendevan­o l’alba al riparo di una roccia. Ma subito dopo, quando l’andare in montagna divenne un poco più popolare, arrivò la tenda. Uno strumento sinonimo di libertà, esplorazio­ne, leggerezza. Oggi, con le limitazion­i causa allarme coronaviru­s ovunque in alberghi, affittacam­ere e rifugi, non è strano torni in auge. Il problema resta però capire se la legislazio­ne italiana e le autorità locali saranno abbastanza flessibili per accettare l’eventuale proliferaz­ione di campeggiat­ori liberi in zone dove negli ultimi anni la loro presenza era stata vietata o comunque fortemente controllat­a. «Potremmo pensare di affiancare le tende individual­i o per piccoli gruppi familiari alle strutture dei rifugi penalizzat­e dall’emergenza nelle camerate comuni per limitare i rischi del contagio», ci anticipava due settimane fa il presidente del Club alpino italiano (Cai), Vincenzo Torti. Una riflession­e condivisa ormai da tanti amanti della natura in tutte le sue declinazio­ni, dalle coste mediterran­ee, ai laghi, alle vette; dai bivacchi estremi sui ghiacciai al campeggio nautico sulle spiagge.

«La tenda sta diventando argomento di grande attenzione. Ci pensano le aziende che le producono, le riviste specializz­ate d’outdoor, ma soprattutt­o sono le generazion­i più anziane memori delle lunghe vacanze in tenda tra gli anni Sessanta e Ottanta del secolo scorso che vanno a cercare i vecchi teli della giovinezza dimenticat­i in soffitta», dice Marco Albino Ferrari, scrittore ed ex direttore del periodico Meridiani Montagne.

Le prossime vacanze saranno dunque all’insegna del campeggio in ogni forma e luogo? «Il numero di giugno della nostra rivista prevede inevitabil­mente una riflession­e sul ritorno alla tenda. Negli ultimi decenni si sono fatte leggerissi­me. Quelle da due, doppio telo, possono pesare attorno al chilo e mezzo, costare sui cento euro e isolare bene anche da acquazzoni e temperatur­e rigide», conferma pure Luca Calzolari, direttore del mensile del Cai Montagne36­0.

Vai però a cercare di capire come gli amministra­tori del territorio italiano guardano alle tende e scopri che la libertà illimitata degli alpinisti dell’ottocento è finita ormai da lungo tempo. Se nel 1865 Edward Whymper, lo scalatore britannico che per primo salì il Cervino, poteva disegnare e propaganda­re il suo modello in cotone pesante da 10 chili come soluzione ideale per tutti i camminator­i delle Alpi, ai nostri giorni chi osasse imitarlo incorrereb­be sovente in multe salate. Già una quarantina d’anni fa, infatti, le leggi italiane vietavano il campeggio libero su larga parte delle coste e terre alte. «In quel periodo fu totalmente vietato trascorrer­e la notte in tenda o anche solo dormire sulle nostre spiagge. Capitava che i giovani lombardi e piemontesi venissero nelle discoteche liguri e poi la mattina dopo lasciasser­o sporco o si producesse­ro in vandalismi gravi», spiegano dal Comune di Genova. Una scelta condivisa da molte amministra­zioni locali, specie in Sardegna.

Dal 31 marzo 1998 ogni decisione sul campeggio libero è delegata a Regioni, Province e Comuni. In montagna si tende a permettere i bivacchi in alta quota dal tramonto all’alba, ma non sullo stesso luogo per più giorni. L’indicazion­e generale dall’appennino alle Dolomiti è di piantare i propri picchetti preferibil­mente nelle aree autorizzat­e e attrezzate. In Valle D’aosta si può bivaccare sopra i 2.500 metri, ma solo se ci si sposta la mattina dopo. I guardiapar­co del Gran Paradiso danno

Le regole

I bivacchi ad alta quota sono consentiti dal tramonto all’alba: poi però bisogna spostarsi

multe a chi lascia la tenda montata durante il giorno anche in alto. «Eppure il ritorno alla tenda potrebbe portare a una svolta per scoprire vallate e zone stupende e sconosciut­e», aggiunge Ferrari. «Sarebbe salutare: lasciare i terreni noti serviti dai rifugi per tornare all’avventura solitaria».

 ??  ?? Libertà Dormire in tenda fuori dalle aree attrezzate è un’alternativ­a che permette di scoprire angoli nascosti e di vivere la natura. Oggi la regolament­azione dei bivacchi, nelle spiagge come in montagna, è affidata agli enti locali
Libertà Dormire in tenda fuori dalle aree attrezzate è un’alternativ­a che permette di scoprire angoli nascosti e di vivere la natura. Oggi la regolament­azione dei bivacchi, nelle spiagge come in montagna, è affidata agli enti locali

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