Troppa grazia, Santo Bobo!
Troppa grazia, Santo Bobo! Eppure l’omaggio che l’ex ministro degli Interni, ex segretario della Lega ed ex presidente della Lombardia Roberto Maroni ha voluto rendere ieri al governatore veneto con un corsivo su Il Foglio intitolato «Elogio di Luca Zaia», non pare abbia fatto piacere al Doge trevigiano. Anzi. Soprattutto nella parte più celebrativa: «So quanto fastidio creano dentro i partiti queste candidature a leader. Quindi, calma e gesso. Ma alla faccia di Totò, un indizio lo butto lì: 40 anni fa nasceva la Liga Veneta, che ha mostrato a me e a Bossi la strada dell’autonomia. Chissà mai che l’autunno caldo non ci porti una buona notizia a compensazione del virus: che sia proprio un erede della grande tradizione venetista a prendere il timone della nave Italia per portarla in un porto sicuro fuori dalla tempesta». «Da tocarse i tomasei!», hanno sbuffato gli amici del «Governadòr». Un po’ perché l’augurio arriva da chi ultimamente non pare così in sintonia con la pancia dell’elettorato leghista. Un po’ perché, via via che sentiva crescere intorno i consensi per come il Veneto reagiva all’emergenza, Zaia ha cercato di non dar troppo nell’occhio evitando confronti col disastro lombardo. Un po’ perché, conoscendo il caratterino muscolare dell’«amico Matteo», di tutto ha voglia tranne che di una rissa intestina, proprio ora, attizzata da quanti sono tentati dall’idea di sgocciolare dubbi.
Di più: l’omaggio alla Liga Veneta come Madre di tutte le Leghe è un po’ tardivo. C’era anche Maroni al fianco di Bossi, per capirci, negli anni in cui i veneti sono stati progressivamente lasciati in un angolo se non commissariati. E anche oggi lombardo è Matteo Salvini, lombardo il presidente federale «a vita» Umberto Bossi, lombardi i vicesegretari Giancarlo Giorgetti e Andrea Crippa, lombardo lo storico vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, lombardo il «consigliori» economico no-euro e presidente della Commissione bilancio Claudio Borghi, lombardo il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo... Uniche eccezioni, il piemontese capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e il terzo vicesegretario Lorenzo Fontana, che pur essendo veronese viene però considerato nelle terre di San Marco un semi-lombardo di rito salviniano. Immaginatevi ora il fastidio, a veder certi sondaggi così generosi verso l’«amico Luca»…