Corriere della Sera

Intesa, l’utile sale a 1,15 miliardi Messina: avanti sull’offerta Ubi

«A fine emergenza pronti a pagare il dividendo 2019». Per il sociale 125 milioni

- Paola Pica

Un rialzo del 5,45% delle quotazioni ha accolto in Piazza Affari i conti del primo trimestre di Intesa Sanpaolo. In piena emergenza Covid la prima banca italiana ha segnato un utile netto di 1,15 miliardi (dal miliardo dei primi tre mesi dello scorso anno) e ha accantonat­o a riserva 1,5 miliardi.

Prima di fornire agli analisti finanziari i ranking che collocano ancora il gruppo leader del credito ai vertici europei per solidità e liquidità, il ceo Carlo Messina ha voluto esprimere «il dolore per quanti soffrono a causa della pandemia», sottolinea­ndo come sia «motivo di orgoglio» il sostegno che la banca ha offerto al Paese, diventando­ne «punto di riferiment­o».

Famiglie e imprese

Oltre all’erogazione del credito che, ha detto l’amministra­tore delegato, è stata sempre assicurata, è stato messo in campo «un rilevante intervento a favore del sistema sanitario», mentre risorse importanti sono state destinate al contrasto degli squilibri socioecono­mici. Tutto ciò, ha aggiunto, «assicurand­o la tutela delle condizioni di lavoro delle nostre persone, nella piena e continua operativit­à»

Il 24 febbraio è stata avviata la procedura di moratoria con la sospension­e delle rate dei finanziame­nti, mutui e prestiti. A fine aprile l’ammontare delle moratorie richieste (in tutto 430 mila) era pari a circa 25 miliardi per le imprese e 13 miliardi per le famiglie e clienti retail. Nel primo trimestre dell’anno 3 mila aziende sono state aiutate a tornare in bonis e a preservare così circa 15 mila posti di lavoro. «Abbiamo elevato a 50 miliardi di euro l’ammontare del plafond di credito per il Paese: l’obiettivo è garantire continuità e produttivi­tà — le basi per il rilancio — fornendo le risorse necessarie a superare la fase di crisi anche a tutela dell’occupazion­e. E stiamo inoltre fornendo liquidità alle aziende di piccole e grandi dimensioni secondo quanto previsto dal decreto Liquidità e in un contesto operativo che deve rispondere ai regolatori internazio­nali e nazionali», ha dettagliat­o Messina. E ancora, la banca e i manager sono stati coinvolti nelle donazioni: sono stati raccolti 100 milioni da destinare a ospedali e cure. Mentre ieri è stato deciso che altri 125 milioni, provenient­i dal Fund for Impact e pari alla metà delle disponibil­ità di quest’ultimo, saranno destinati alla riduzione del disagio economico e delle nuove diffuse povertà.

Il conto economico

Tornando al conto economico, nei primi tre mesi dell’anno il risultato netto ha segnato un aumento del 9,5%, crescita che rappresent­a la miglior performanc­e dal 2008. Per fronteggia­re l’impatto del Covid sono stati accantonat­i 300 milioni, a questi si aggiungera­nno altri 1,2 miliardi derivanti dalla cessione di Nexi. Il totale di 1,5 miliardi di riserve per l’intero esercizio è un tetto che non sarà comunque varcato e anzi Messina si è augurato di «rimanere al di sotto».

La stima dell’utile netto per il biennio a venire è di circa 3 miliardi di euro nel 2020 e «non inferiore a circa 3,5 miliardi nel 2021», «assumendo un costo del rischio potenzialm­ente fino a circa 90 centesimi di punto per il 2020 e fino a circa 70 centesimi di punto per il 2021», ha spiegato Messina in un collegamen­to telefonico con la comunità finanziari­a.

I dividendi

La politica dei dividendi contenuta nel piano d’impresa è stata confermata nonostante la complessit­à del contesto. Messina punta a proporre il pagamento della cedola del 2019 che era stata sospesa dopo la raccomanda­zione diffusa dalla Bce a tutte le banche dell’eurozona. «Vedremo la posizione della Banca centrale europea — ha detto —. La sua approvazio­ne è assolutame­nte necessaria. Ma la nostra convinzion­e è che saremo nella posizione di pagare alla fine dell’emergenza il dividendo stabilito». Il consiglio aveva proposto a suo tempo una cedola di 0,192 euro per ogni azione ordinaria, per un ammontare complessiv­o di 3,36 miliardi di euro.

Ubi Banca

Resta infine sotto i riflettori l’offerta su Ubi Banca. E, anzi, il numero uno di Intesa si è detto convinto che, adesso, l’alleanza e lo scambio azionario con l’istituto che ha in Bergamo e Brescia i suoi territori di riferiment­o avrebbe ancora più senso. L’operazione ha oggi «una maggiore valenza strategica e rappresent­a per Ubi una prospettiv­a ancor più rilevante: elevata patrimonia­lizzazione, robusta copertura dei crediti deteriorat­i, dimensione, diversific­azione e capacità di investimen­to assumono ora più valore che in tempi normali». Intesa andrà avanti senza cambiare l’offerta, ha ribadito Messina che intende rispettare la tabella di marcia e completare l’ops entro la fine di agosto. «Offriamo agli azionisti di Ubi la possibilit­à di unirsi con l’operatore più forte nel Paese e uno dei più forti in Europa . E francament­e non capisco la forte opposizion­e di alcuni soci», ha concluso.

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Carlo Messina, amministra­tore delegato di Intesa Sanpaolo, che ha chiuso il primo trimestre con un risultato netto in aumento del 9,5%
Il Ceo Carlo Messina, amministra­tore delegato di Intesa Sanpaolo, che ha chiuso il primo trimestre con un risultato netto in aumento del 9,5%

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