«Così canterà l’arena»
Gasdia: «Serate delle star nei weekend d’agosto Orchestra in platea, 3.000 spettatori al massimo»
Verona Festival rinviato al 2021. La sovrintendente: ma il 2020 non sarà silenzioso
«Vogliamo riaprire in agosto. Era doveroso da parte nostra programmare il futuro, con lucidità e senza paura», dice Cecilia Gasdia, primo sovrintendente donna (nella sua città) all’arena di Verona, nonché direttore artistico di una Fondazione lirica.
Qual è il progetto?
«Tremila spettatori sulle gradinate (la capienza è di 13.500), a cerchi concentrici, visto che il traffico aereo e di treni sarà ridotto, in prevalenza veronesi, della Regione e italiani. L’orchestra sarà in platea con distanze belle lunghe, il coro disposto a ellisse, tutt’intorno in un’unica fila. L’assetto dell’anfiteatro sarà inedito, diverso da com’è stato visto fino a oggi».
Cosa proponete?
«Serate evento dal secondo weekend di agosto, con un’appendice in settembre potremo arrivare a un po’ più di dieci. Titolo: Nel cuore della musica. Sono concerti (uno di solidarietà) anche a più voci con tante stelle della lirica, Anna Netrebko, Placido Domingo, Lisette Oropesa, Sonya Yoncheva, Marina Rebeka, Francesco Meli, Luca Salsi, Saimir Pirgu, Leo Nucci, Daniela Barcellona, Vittorio Grigolo… Sul podio il nostro direttore Daniel Oren e, per una serata, Ezio Bosso».
Gli assembramenti?
«Per evitarli non c’è intervallo, la durata è di un’ora e mezza. Mi piacerebbe partire con una serata tutta italiana. Vogliamo coinvolgere la Rai».
Il Festival però, che doveva partire in giugno, è stato annullato.
«Lo riproporremo pari pari nel 2021. Cavalleria Rusticana «di» Gabriele Muccino, la
Turandot dove la Netrebko canterà tre recite...».
Per il 2020 quali passaggi ci vogliono per il sì ufficiale?
«Stiamo ultimando il protocollo sanitario, abbiamo usato quello di aziende già ripartite aderenti a Confcommercio e Confindustria, ma migliorato e modificato per le nostre specificità: loro non hanno il coro! E poi i nostri standard sono più alti perché i numeri (200 persone in scena) sono ridotti rispetto a una fabbrica, abbiamo uno spazio enorme, con 16 ingressi, e all’aperto…aspettiamo il sì dal governo».
Quando riaprirete dovrete rinunciare agli ammortizzatori sociali.
Soprano Cecilia Gasdia, 59 anni, dal gennaio 2018 è sovrintendente e direttrice musicale della Fondazione Arena di Verona
«Certo, lo sappiamo, come sappiamo che dovremo avere il pareggio di bilancio, è una legge dello Stato, non c’è alcuna deroga per il virus. Il nostro è un progetto economicamente sostenibile».
Parliamo di cifre?
«Il costo dei biglietti sarà contenuto, da gradinata. Il mancato incasso per il 2020 è di circa 20 milioni, ma i conti saranno in attivo. Per i ricavi ci eravamo parametrati sul 2019, dunque quasi 28 milioni di biglietteria, ne avevamo già avuti 8, proporremo traslazioni per il 2021, e altre opzioni».
Cosa dice il sindaco Sboarina?
«Che la riapertura dell’arena dev’essere il simbolo della rinascita di una nazione intera. Ha incontrato il ministro Franceschini che gli ha detto: siate creativi. Più creativi degli italiani…anche il governatore Zaia è molto combattivo. Stiamo seguendo tutti i passaggi istituzionali. Avevamo la responsabilità etica di ripartire. L’arena d’estate crea un indotto per la città di 500 milioni di euro».
Ha usato una frase forte: «Conviviamo da sempre con
Strategie
Non ci sarà intervallo e gli spettacoli dureranno un’ora e mezza per evitare assembramenti
i virus». Il covid ha causato finora oltre 250 mila morti.
«La Spagnola, l’ebola, l’aids…quanti ce ne sono stati? Questa certo è una pandemia grave, rispetto le vittime e dobbiamo tutelare la salute di tutti, non siamo pazzi, ma ci siamo trovati impreparati agli allarmi degli scienziati».
Lei parla con passione...
«Non mi sono mai rassegnata. Non sarà un’estate in silenzio, è un’edizione unica...sono cantante e so cosa vuol dire restare inattivi, senza tutele sindacali. Parafrasando Dante, dopo l’inferno, uscimmo a riveder le stelle».