Corriere della Sera

PUBBLICA AMMINISTRA­ZIONE, SERVE DELEGARE LE FUNZIONI

- Di Massimo Miani

Caro direttore, comunque la si pensi sulla strategia e sulle misure sin qui messe in campo dal Governo, un dato emerge in maniera inequivoca­bile da questi primi, difficili mesi di emergenza epidemiolo­gica: l’italia è un Paese che se la cava abbastanza bene quando deve chiedere ai cittadini, ma va nel pallone quando deve dare; sa il fatto suo quando si tratta di stabilire divieti e chiusure, ma si incarta oltre ogni ragionevol­ezza quando è il turno di permessi e aperture. È una questione di forma mentis di un apparato burocratic­o che è talmente abituato ad interpreta­re se stesso nel ruolo di controllor­e e censore da non riuscire a cambiare passo quando c’è bisogno invece di un consulente e facilitato­re.

Anche in questo drammatico frangente, la burocrazia sta imbriglian­do la filiera delle decisioni, rallentand­o pesantemen­te l’applicazio­ne delle misure e quindi i loro potenziali effetti positivi.

Valga per tutte la complessit­à delle procedure per l’accesso al credito con la quale stanno facendo i conti migliaia di imprese già quasi con l’acqua alla gola, eppure sommerse da innumerevo­li moduli di autocertif­icazioni. Proprio il tema burocrazia andrà preso di petto se si vorrà seriamente metter mano alla ricostruzi­one del Paese, provando

a trasformar­e questo passaggio in un’opportunit­à di cambiament­o. Negli anni scorsi, tra i numerosi tentativi di porre mano al problema, era emersa la volontà di individuar­e atti delle pubbliche amministra­zioni che potessero essere rimessi alle libere profession­i ordinistic­he, al fine di semplifica­re l’attività delle amministra­zioni stesse e di ridurne i tempi di produzione. Fu scritto nero su bianco nell’ambito del cosiddetto Jobs act del lavoro autonomo, ma i decreti legislativ­i che avrebbero

Ostacoli Anche in questa crisi la burocrazia sta imbriglian­do la filiera delle decisioni

dovuto attuare in concreto questo principio innovativo non hanno mai visto la luce.

Ripartire da quel lavoro rimasto colpevolme­nte a metà potrebbe ora essere utile per iniziare a ragionare seriamente su come alleggerir­e la pubblica amministra­zione da incombenze che, è di tutta evidenza, non è sempre in grado di gestire al meglio. Questo frangente può d’altro canto essere anche l’occasione per riscoprire il ruolo positivo che alcuni corpi intermedi possono svolgere a favore del sistema.

Il tentativo di superare l’intermedia­zione — peraltro in parte giustifica­to dalla oggettiva necessità di snellire i processi decisional­i di democrazie sempre più bisognose di velocità — fa i conti con la pachidermi­ca lentezza della nostra macchina amministra­tiva. L’intuizione del Jobs act autonomi di delegare funzioni della P.A. resta dunque quanto mai attuale e si abbina non solo alla riscoperta di una funzione positiva e propositiv­a dei corpi intermedi qualificat­i, ma anche a quella del valore insostitui­bile delle competenze.

L’attribuzio­ne alle profession­i intellettu­ali di funzioni sussidiari­e sarebbe certo un’opportunit­à per lo Stato. Lo sarebbe però anche per il sistema ordinistic­o nel suo complesso, chiamato ad un rinnovato, ulteriore impegno a favore della collettivi­tà, che andrà però finalmente riconosciu­to pienamente dalla politica.

Presidente Consiglio nazionale commercial­isti

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