«Contagi, l’indice ora è tra 0,5 e 0,7»
Brusaferro In Italia 30 mila vittime
I l momento «è ancora delicato» ma si intravedono segnali positivi. Tanto che il presidente dell’istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, dice che «la curva continua a calare». E ora c’è anche il via libera alle mascherine fai da te. Il 5 per cento dei malati è straniero, viene così smentita la fake news di una loro presunta immunità . «Il virus non è cambiato» e quindi per quanto riguarda lo sport «resta difficile immaginare stadi pieni».
Non cresce l’r0 — ovvero l’erre zero —, l’indice di riproduzione del virus, quello che indica quante persone possono essere contagiate da una persona già infetta. È inferiore all’unità in tutte le Regioni (esclusa la Sicilia), con differenze che vengono considerate poco significative dagli statistici. Vuol dire che la curva dell’epidemia è destinata inesorabilmente a scendere ancora se questo livello venisse mantenuto. L’italia galleggia tra 0,5 e 0,7, con le Marche regione più virtuosa a un tasso di 0,29. Le stime sono dell’istituto superiore di sanità e della Fondazione Bruno Kessler, elaborate con modelli matematici in base ai dati di due settimane fa. Quindi non rispecchiano ancora la situazione successiva alle prime riaperture dello scorso 4 maggio. «Questi numeri indicano che alla lunga i nuovi contagiati continueranno a scendere. È un buon segnale che si siano mantenuti stabili rispetto alla settimana precedente», spiega Paolo D’ancona, del dipartimento di epidemiologia dell’istituto superiore di sanità. Per il controllo della situazione viene ritenuto indispensabile che a livello nazionale ci si mantenga al di sotto di 1. In realtà sarebbe più corretto anziché R0 parlare di Rt: così viene definito l’indice dopo che sono stati introdotti vari gradi di lockdown per cercare di contenere l’epidemia, come è accaduto nel nostro Paese prima in alcuni Comuni di Lombardia e Veneto, e poi, dall’11 marzo, in tutta Italia. Gli esperti suggeriscono di non soffermarsi su valori che in apparenza potrebbero apparire contraddittori. La Basilicata, dove i casi sono stati pochissimi, tanto per fare un esempio, ha un tasso di 0,88, superiore a quello della Lombardia, la più colpita che è ferma sullo 0,57. Guardiamo anche l’umbria, dove i dati dei contagi sono «molto buoni» e il direttore regionale della Sanità Claudio Dario vorrebbe avviarsi verso la dichiarazione di area «Covid free». Paradossalmente le stime sono tanto più precise quanto più alto è il numero dei casi perché c’è maggior «materiale» su cui lavorare. Nella tabella datata 5 maggio la Sicilia è contrassegnata da un asterisco. Ha un tasso di 1,12 proprio perché sono stati segnalati pochi casi di infezione «con trend in riduzione nell’ultima settimana». L’R0 leggermente superiore a 1 potrebbe riflettere «pregressi focolai limitati e di per sé non implica un aumento diffuso di trasmissione». «Abbiamo un largo margine di sicurezza rispetto ad altri indicatori previsti dal ministero, siamo nella direzione giusta», esulta il commissario dell’emilia-romagna per l’emergenza Covid, Sergio Venturi. La Regione è a 0,53. In Liguria il governatore Toti, forte dello 0,65, annuncia che il 20 maggio si potrebbe arrivare a zero contagi.