Corriere della Sera

«La app arriva a fine mese I server? Sono in Italia Dati al sicuro»

- Martina Pennisi

Paolo De Rosa è il responsabi­le tecnologic­o del dipartimen­to della ministra dell’innovazion­e Paola Pisano e uno dei tre coordinato­ri della task force all’interno della quale è stata indicata l’app Immuni (il nome è tornato in auge). Avevate indicato anche Covidapp, poi cos’è successo?

«Immuni dava più garanzie di interopera­bilità e anonimizza­zione dei dati, era a uno stadio di sviluppo più avanzato e nel confronto con diversi soggetti istituzion­ali era emersa l’urgenza di procedere». Quando sarà disponibil­e Immuni?

«Apple e Google dovrebbero essere pronte il 15 maggio. Da quella data inizierann­o i test sul campo, che dureranno le due settimane necessarie, anche perché il 70-80% delle persone deve aggiornare i sistemi operativi. L’obiettivo è di arrivare entro fine maggio con la app disponibil­e per tutti». Passare da un modello all’altro, fino ad Apple e Google, vi ha rallentato?

«No, anche chi non ha cambiato

Team Digitale

Paolo De Rosa, 37 anni, è il responsabi­le tecnologic­o del ministero dell’innovazion­e e uno dei tre coordinato­ri della task force che ha scelto l’app Immuni

modello, la Francia per esempio, ha gli stessi tempi di rilascio». Chi sta facendo cosa al momento?

«Per quanto riguarda la verifica del codice dell’app, la definizion­e dei requisiti tecnici, l’analisi dello sviluppo, l’installazi­one del backend (quello che sta dietro l’app, ndr) e i test di sicurezza sono coinvolte le società pubbliche Pagopa e Sogei. Bending Spoons contribuis­ce solo a completare lo sviluppo». Nei documenti della task force si parla della tecnologia della tedesca Arago.

«Appartenev­a al software che faceva la parte centralizz­ata, non essendo più necessario non è prevista». In quei documenti vengono chiesti chiariment­i sulla sicurezza, in particolar­e quella del server.

«I dubbi sono superati perché l’infrastrut­tura è residente in Italia ed è stata affidata a un gestore pubblico, Sogei, che diventa il garante dell’affidabili­tà e sicurezza del backend e del trattament­o dei dati». Quali dati? Chiariamol­o.

«Sul server vanno solo i codici identifica­tivi dei soggetti infetti e i dati quantitati­vi sui contagiati. Il resto è sui dispositiv­i». Nient’altro?

«Stiamo valutando l’uso delle prime due cifre del Cap, con il consenso dell’utente, per calcolare il livello di rischio su base regionale». E l’integrazio­ne con il sistema sanitario?

«Partiremo solo con il tracciamen­to, intanto il ministero della Salute e le Regioni stanno valutando di usare l’app per il monitoragg­io dei sintomi dei contatti a rischio da parte delle singole Asl». Cosa ci sarà scritto nella notifica?

«Anche di questo si stanno occupando il ministero della Salute e le Regioni».

d Apple e Google dovrebbero essere pronte il 15 Poi due settimane di test, necessarie perché il 7080% delle persone aggiorni i sistemi operativi

d Un gestore pubblico, Sogei, diventa il garante dell’affidabili­tà e della sicurezza del trattament­o di tutte le informazio­ni sensibili

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I cambi di modello hanno provocato ritardi? No, anche chi non ha cambiato, la Francia per esempio, ha i nostri stessi tempi di rilascio

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