C’è l’accordo sul Mes, prestito fino a 10 anni Divisa la maggioranza Il M5S: resta inadeguato
Sì dell’eurogruppo alle spese sanitarie senza condizioni aggiuntive Il premier: serve un «recovery fund» di grandi dimensioni. La Corte Ue contro i giudici tedeschi: sulla Bce il giudizio non compete agli Stati
Accordo raggiunto all’eurogruppo per la nuova linea di credito del Meccanismo europeo di stabilità, senza condizionalità e sorveglianza «light»: sarà disponibile per tutti gli Stati che ne facciano richiesta entro dicembre 2022 per importi fino al 2% del Pil da usare per sostenere le spese sanitarie dirette e indirette di cura e di prevenzione dovute alla crisi scatenata dalla diffusione del Covid-19. La durata del prestito è di 10 anni e le richieste potranno partire già da metà maggio, non appena il board dei governatori del Mes si riunirà, mentre le risorse saranno disponibili dal primo giugno.
Da quella data saranno operativi anche gli altri strumenti (lo schema Sure anti-disoccupazione e i fondi della Bei per le imprese), che portano a 540 miliardi la potenza di fuoco disponibile. Non abbastanza, per il premier Giuseppe Conte, che ha ribadito l’importanza per l’italia del Recovery Fund, che dovrà essere almeno di mille miliardi. La Francia ha presentato una sua proposta in attesa di quella della Commissione europea che continua a slittare a causa delle divisioni tra gli Stati del Nord Europa e quelli del Sud (prestiti contro trasferimenti). Il Mes spacca anche la maggioranza. Se il ministro dell’economia, Roberto Gualtieri (Pd), sottolinea l’assenza di «condizioni aggiuntive» e per il leader Nicola Zingaretti il Mes è «una grande opportunità per l’italia», il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (M5S) ribadisce il no perché per il movimento è «uno strumento inadeguato». A favore invece il leader di Iv Matteo Renzi. E anche per FI il Mes è «un’opportunità». La Lega non cambia posizione nemmeno davanti all’evidenza dell’accordo dell’eurogruppo. Salvini insiste: «Il Mes è una strada pericolosa e priva di certezze». Critico anche FDI.
Di sicuro il Mes è uno strumento in più a disposizione in un momento in cui sta creando incertezza la sentenza della Corte costituzionale tedesca che ha messo in discussione la legittimità — «proporzionalità» — delle misure straordinarie (Quantitative Easing) della Bce varate nel 2015. Ieri la Corte di giustizia dell’ue ha sgombrato il terreno da dubbi: è la sola competente a constatare che un atto di un’istituzione dell’unione è contrario al diritto dell’ue. Una dichiarazione rilevante nel giorno in cui erano attesi i giudizi sul debito italiano dell’agenzia americana Moody’s, che non ha comunicato cambiamenti all’attuale Baa3 con outlook stabile (prossima revisione il 6 novembre), e della canadese Dbrs, che ha confermato il rating BBB (high) rivedendo al ribasso le prospettive da stabili a negative.
Mentre la Commissione continua a lavorare sul Recovery Fund (ora atteso per il 20 maggio), un altro elemento di chiarezza arriva dall’antitrust Ue sulla la ricapitalizzazione delle aziende non finanziarie in crisi a causa del Covid: potrà avvenire con soldi pubblici «solo quando non ci siano soluzioni alternative», il capitale investito dovrà essere «sufficientemente remunerato» e gli interventi non potranno riguardare aziende già in difficoltà prima del 31 dicembre del 2019.