«Ora lavoriamo sui bisogni di bambini e genitori»
Ora che il lockdown ha centrato gli obiettivi sanitari, cosa è rimasto di quelli sociali? Per il bene della comunità ci siamo chiusi in casa: la priorità era proteggere le fasce di popolazione a rischio ed evitare il collasso di un sistema sanitario che, per nostra fortuna, cura chiunque bussi alla sua porta. Con amarezza oggi constatiamo che ai nostri figli non spetta la medesima tutela. Nella giusta battaglia per la salute della comunità, si dimentica che il benessere collettivo non passa solo dall’assenza di malattia, ma dal godimento di tutti i diritti fondamentali incluso quello all’istruzione. La scuola è snodo cruciale per lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale dei bambini. Il ritardo nella ripresa delle attività scolastiche avrà un profondo impatto sociale, soprattutto nelle fasce più deboli, per le quali le proposte di didattica a distanza sono inadeguate per ragioni economiche, logistiche e culturali. Si chiede alle famiglie di sopperire alla mancanza di un progetto organico per la scuola, sacrificando da un lato i bisogni educativi di bambini e ragazzi, dall’altro il lavoro dei genitori, soprattutto madri, costretti a scegliere tra famiglia e lavoro. La campagna «Diritto alla Scuola», che sto promuovendo insieme ad alcune amiche, come me lavoratrici e mamme, vuole dare voce a milioni di famiglie, riportando i temi di scuola, lavoro e diritti dei bambini al centro dell’agenda politica (www.dirittoallascuola.org).