Corriere della Sera

Contagi sotto quota mille

Il 50% dei nuovi casi in Piemonte e in Lombardia dove tornano a crescere i pazienti in terapia intensiva Scendono i decessi: 165 per un totale di 30.560

- Di Rinaldo Frignani

Era il nove marzo scorso quando i contagi rimasero per l’ultima volta sotto quota mille (977 per l’esattezza). Da quel momento in poi il coronaviru­s è decollato, un’epidemia devastante che ha causato fino a oggi 30.560 vittime. Le ultime 165 sono state comunicate ieri dalla Protezione civile. Sessanta giorni più tardi i nuovi malati sono tornati sotto i mille: l’ultimo bollettino evidenzia 802 casi, il 50% dei quali fra Lombardia e Piemonte (rispettiva­mente 282 e 116). Il Covid-19 insomma continua ad arretrare, e anche ieri in cinque regioni e nella provincia autonoma di Bolzano non ci sono stati decessi.

Un trend in calo, che coinvolge anche la Lombardia, dove nonostante i pazienti ricoverati in terapia intensiva siano risaliti, da 330 (con 70 posti liberi solo sabato) a 348, l’aumento dei nuovi contagi è dello 0,3%, il più basso dal 3 marzo scorso: 282 ieri (su 7.369 tamponi), 502 l’altro ieri, 609 venerdì scorso. Così come i decessi scesi a 62, rispetto agli 85 e ai 94 dei due giorni precedenti. Sono 107 infine i pazienti dimessi con 5.428 ricoverati.

Più 0,4% è del resto l’aumento dei nuovi casi di coronaviru­s a livello nazionale,

LEGENDA Positivi mentre 0,5% è quello dei decessi. Le persone guarite salgono invece del 2%, sono adesso 105.186 su un totale contagiate dall’inizio dell’epidemia in Italia di 219.070. I pazienti

Guariti

IL BILANCIO

Deceduti ricoverati sono 13.618, in terapia intensiva 1.027, appena 7 meno di sabato. Un dato in controtend­enza, ma solo per la statistica — se si pensa che venerdì erano stati 134 —,

Lombardia visto che negli ultimi due giorni c’è stato in contempora­nea un netto calo dei decessi.

Ed era dal 14 marzo scorso che il numero giornalier­o del

Prov. autonoma Bolzano

Prov. autonoma Trento le vittime non scendeva tanto in basso (come detto, 165). Attualment­e i positivi sono invece 83.324, -1.518 rispetto a sabato, e l’82% (68.679) si trova in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Sono 1.285 in meno rispetto a due giorni fa.

Solo in provincia di Milano i casi registrati sabato sono calati da 178 a 104 in provincia, e nel capoluogo lombardo da 98 a 54 (venerdì scorso erano stati 201, 101 dei quali in città). Ora il totale è 21.376. Più in generale in Lombardia l’aumento maggiore si è avuto a Brescia, con altri 44 contagi, e Pavia (+35). Seguono Bergamo (24), Varese (18), Como

Sul territorio

Ieri in cinque regioni e nella provincia autonoma di Bolzano non ci sono stati morti

Il caso Molise

In una delle regioni meno colpite da una settimana il ritmo dei contagi è cresciuto

(16), Monza (9), Sondrio e Lodi (7), Cremona (6), Lecco (4) e Mantova (1).

Incrementi marginali che confermano l’arretramen­to della malattia nel territorio più colpito. Percentual­i simili anche in altre regioni, sebbene in Molise spicca tuttavia il +13,1% di nuovi casi (43 ieri, 20 l’altro ieri), per un totale di 370 positivi totali e 218 attuali. In una settimana ce ne sono stati 70 in più: in una delle regioni meno colpite (22 decessi), si è tornati ai livelli di contagio del 20 aprile scorso. mascherine e si rimane per più di 15 minuti. Molto dipende anche dalla dimensione degli ambienti».

In confronto i mezzi pubblici sembrano contesti più sicuri, è così?

«È vero: sui mezzi pubblici si indossano mascherine e si sta per meno tempo. Una volta garantito il giusto distanziam­ento, l’unico problema rimarrebbe­ro i ritardi che questa gestione di ingressi potrebbe comportare».

Come viene regolato il flusso d’aria in ospedale?

«Cerchiamo di avere stanze singole o mettiamo insieme tutti i malati Covid-19. L’aria è regolata da impianti industrial­i con doppia canalizzaz­ione e non c’è riciclo. In sale operatorie e terapie intensive ci sono anche i filtri ad elevata efficienza Hepa. In più, esistono stanze a «pressione negativa» con porte che, quando vengono aperte, non fanno uscire l’aria nei corridoi».

E se il malato è in famiglia?

«Ventilare gli spazi comuni di frequente e sempre indossare mascherine protettive, anche se si mantengono le distanze».

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