Ritirata la norma sul condono Arriva lo sconto Irap per le imprese
La solita storia: il governo che annuncia come imminente il Consiglio dei ministri, questa volta per approvare l’atteso decretone da 55 miliardi, e poi si incarta per via dei contrasti nella maggioranza. E così tra riunioni con i capidelegazione dei partiti e il preconsiglio che slitta di ora in ora, mentre i tecnici dei ministeri cercano di mettere ordine in una bozza di 258 articoli e 438 pagine, il Consiglio dei ministri salta. Si terrà forse oggi, sempre che gli ultimi nodi vengano sciolti, dalla regolarizzazione dei migranti,
Le misure contenute nel decreto Rilancio valgono complessivamente 55 miliardi Di questi, 16 miliardi sono destinati alla copertura della cassa integrazione per altre 9 l’integrazione del Fondo per le politiche della famiglia affinché sia erogato ai Comuni per il potenziamento dei centri estivi diurni durante il periodo estivo, per le bambine e i bambini di 258 età compresa tra 3 e 14 anni articoli compongono la bozza del «decreto Rilancio». Per molti di questi articoli manca ancora il parere della Ragioneria sulle coperture mentre diverse norme sono ancora al vaglio dei tecnici chiesta da Italia viva e da Leu e osteggiata dai 5 Stelle, agli interventi sulle imprese, dove i renziani sposano il pressing di Confindustria e si oppongono alle misure che ritengono stataliste e assistenzialiste caldeggiate dai grillini. Che a loro volta sono infuriati per le norme che prefigurerebbero il salvataggio delle banche che dovessero entrare in crisi, mentre è già saltata la norma sul condono edilizio, bocciata anche questa dai 5 Stelle.
Un tira e molla politico dal quale prova a smarcarsi il ministro dell’economia, Roberto
Gualtieri, ieri sera in tv a Che tempo che fa, annunciando un taglio dell’irap, la tassa più odiata dalle imprese. In pratica verrà «abbuonato», cioè cancellato, il pagamento del saldo e acconto del prossimo 16 giugno per le imprese con un fatturato di almeno 5 milioni che abbiano subito ad aprile di quest’anno un calo del fatturato di almeno il 33% rispetto allo stesso mese del 2019. Per le aziende più piccole, quelle cioè con un fatturato fino a 5 milioni, scatteranno invece contributi a fondo perduto, «che potranno arrivare fino a 62 mila euro» sempre a condizione che il fatturato sia sceso di almeno un terzo. «Arriveranno con un bonifico da parte dell’agenzia delle Entrate», assicura Gualtieri. Per le microimprese ci sarà inoltre il taglio degli oneri fissi sulle bollette e il credito d’imposta sui canoni d’affitto. Bar e ristoranti non dovranno pagare la Tosap sui tavoli all’aperto. E per tutte le imprese ci sarà il rinvio dell’iva e delle ritenute fiscali e contributive fino a settembre.
Con questo pacchetto che, sul fronte imprese, sarà completato dagli interventi pubblici per la patrimonializzazione delle aziende in difficoltà (sarà mobilitata la Cassa depositi e prestiti), il governo punta a bilanciare l’altro grande capitolo di spesa del decretone, quello su lavoro e famiglie, con la proroga degli ammortizzatori sociali, sulla quale sono tutti d’accordo, e il Reddito di emergenza per le famiglie con Isee fino a 15 mila euro, che invece fa storcere il naso a Italia viva.
«Vogliamo aiutare le imprese con tutti i mezzi. Per questo abbiamo deciso i contributi a fondo perduto per le piccole imprese e gli interventi ibridi di assorbimento delle perdite e ricapitalizzazione senza ingresso nella governance per le altre: nessuna nazionalizzazione», dice Gualtieri. Che conferma anche la semplificazione della cassa integrazione in deroga e sollecita le banche a erogare subito i prestiti fino a 25 mila euro mentre l’abi a su volta chiede procedure semplificate alla task force del governo sulla liquidità.