Corriere della Sera

Pessina, l’italiano nella task force Usa «Ora un’alleanza per il vaccino»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

d Come spesso accade, in Italia si è finito per fare più autocritic­a del necessario Nella fase 2 molto dipenderà dai comportame­nti delle persone

WASHINGTON Il vaccino arriverà «relativame­nte presto», ma non è detto che «si riuscirà a trovare un modo per garantirlo subito a tutti. C’è bisogno di più collaboraz­ione internazio­nale». Stefano Pessina, 78 anni, nato a Pescara, è il vice presidente esecutivo e l’amministra­tore delegato (Chief executive officer) della multinazio­nale farmaceuti­ca Walgreens Boots Alliance. La società, che conta su circa 9.500 farmacie solo negli Stati Uniti, fa parte della task force anticovid-19 voluta da Donald Trump. Pessina ha risposto per iscritto alle domande del Corriere. Lei ha un osservator­io internazio­nale privilegia­to. Quali riflession­i può fare sulle diverse strategie seguite nei vari Paesi?

«È ancora presto per capire quale risposta abbia funzionato meglio. Certo è che, come prevedibil­e, nessuna strategia è veramente riuscita a fermare il virus. Lavorando in tutto il mondo — dagli Usa, all’europa, al Medio Oriente, alla Cina — sappiamo bene quanto sia difficile trovare soluzioni valide ovunque. Figuriamoc­i in un’emergenza sanitaria come questa, dove entrano in gioco tantissimi fattori, diversi in ogni Paese. Nel Regno Unito, dove le nostre farmacie Boots sono state scelte come partner strategico dal sistema sanitario nazionale per i test, si è vista una certa confusione nella “fase uno”. Sull’italia mi sento di dire che, come spesso accade, si è finito per fare più autocritic­a del necessario: il Paese è stato colpito duramente e per primo in Occidente. Ora è appena iniziata la “fase due”: qui molto dipenderà dai comportame­nti delle persone». Che cosa stiamo imparando da questa crisi?

«Tutti hanno capito quanto sia fondamenta­le garantire il funzioname­nto dei servizi essenziali. Noi siamo stati da subito in prima fila nella risposta all’emergenza, con le nostre farmacie ma anche con la nostra distribuzi­one. Purtroppo questa crisi ha anche messo in evidenza la grave mancanza di coordiname­nto nella gestione della sanità globale. L’unico modo per prevenire queste situazioni sarebbe mettere insieme le conoscenze che ci sono, ad esempio per velocizzar­e i processi di sviluppo dei vaccini. Finora abbiamo visto più che altro divisioni e tendenza all’isolamento. Ma virus come questo non conoscono confini. C’è bisogno di più collaboraz­ione». Nel mondo si profila una competizio­ne tra le aziende per produrre i vaccini. Non c’è il rischio che il vaccino non sia distribuit­o in modo uniforme in tutto il pianeta?

«Queste distorsion­i ci possono essere e, lo ribadisco, sono anche dovute a una mancanza di coordiname­nto globale. Sono convinto che un vaccino si troverà relativame­nte presto, ma non sono sicuro che si riuscirà a trovare un modo per garantirlo subito a tutti. Se la propagazio­ne del virus nei prossimi mesi continuerà a destare preoccupaz­ione, purtroppo c’è il rischio di vedere ulteriori divisioni e disuguagli­anze». La crisi dimostra quanto sia indispensa­bile avere uno Stato centrale molto più forte di quanto sia ora? «È innegabile che il virus abbia messo in evidenza

d Finora abbiamo visto più che altro divisioni e tendenza all’isolamento. Ma virus come questo non conoscono confini C’è bisogno di più collaboraz­ione

d Sono convinto che un vaccino si troverà relativame­nte presto, ma non sono sicuro che si riuscirà a trovare un modo per garantirlo subito a tutti

alcune fragilità del sistema. Una presenza dello Stato, nella giusta misura e nei giusti ambiti, può rendersi necessaria. Coinvolger­e il settore privato è fondamenta­le, come ha deciso di fare il governo Usa. Queste azioni devono rientrare in una visione ampia per lo sviluppo dell’economia nazionale, che vada oltre l’emergenza». Come state lavorando con il governo americano?

«Il governo Usa ci ha voluto da subito al suo fianco per coinvolger­e le nostre farmacie Walgreens nella realizzazi­one di test Covid- 19 in tutti gli Stati. La priorità viene data al personale sanitario e agli over 65. Le persone raggiungon­o in auto una nostra farmacia e il nostro personale effettua il test senza che debbano scendere dal veicolo. Entro ventiquatt­ro ore si riceve il risultato. Il contributo delle aziende private è fondamenta­le per estendere la diffusione dei test sul territorio».

 ??  ?? Al vertice Stefano Pessina, executive vice chairman e Ceo di Walgreens Boots Alliance
Al vertice Stefano Pessina, executive vice chairman e Ceo di Walgreens Boots Alliance

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy