Corriere della Sera

RIPRISTINA­RE LE FUNZIONI DEL PARLAMENTO

- Di Gerardo Villanacci

Anche se ancora non ci è dato di conoscere con certezza le origini e i trattament­i sanitari utili a prevenire la malattia che inopinatam­ente si è insinuata nelle nostre vite, ne sono già evidenti gli effetti che, è certo, sopravvive­ranno alla loro causa.

Per quanto i segnali di questi giorni suscitino disorienta­mento e non di rado una sensazione di avviliment­o, dobbiamo affrontare il futuro con la consapevol­ezza dei rischi, ma anche con forte risolutezz­a nel cogliere le opportunit­à che questo momento infausto può offrire.

Tra i rischi bisogna considerar­e innanzi tutto quello della memoria selettiva, una istintiva difesa umana per mitigare i ricordi dolorosi. L’oblio che diviene necessario alla vita quando prevale la convinzion­e che la protezione della stessa debba essere fatalmente rimessa alla casualità. Una condizione culturale regressiva, analoga a quella del passato quando, in assenza di terapie, le epidemie venivano considerat­e con rassegnazi­one e talvolta come un proposito punitivo superiore.

Non potendo rassegnarc­i alla metafisica numerologi­ca della bisestilit­à dell’anno in corso, è prioritari­o avversare questa opinione documentan­do la straordina­rietà della malattia anche per confutare, con convincent­i argomentaz­ione scientific­he, le non poche perplessit­à suscitate dalla circostanz­a che per combatterl­a, nel secondo decennio del 2020, siano stati utilizzati metodi terapeutic­i risalenti al quattordic­esimo secolo. Non si tratta di questioni di poco conto poiché una loro sottovalut­azione o sempliceme­nte una criptica comunicazi­one da parte delle autorità, in primo luogo quelle sanitarie, minerebbe la credibilit­à della tecnica e della scienza che, soprattutt­o a partire dalla metà del secolo scorso, hanno salvato milioni di persone.

Una ulteriore tematica è quella relativa ai variegati provvedime­nti legislativ­i che a cominciare da quello governativ­o del 31 gennaio scorso, con il quale è stato dichiarato lo stato di emergenza, fino ai numerosi decreti legge, delibere del Consiglio dei ministri, ordinanze del Dipartimen­to della Protezione civile, dell’istituto Superiore della Sanità, del ministro della Salute, nonché quelle delle Regioni e dei Comuni, hanno alimentato la già diffusa opinione di marginalit­à del Parlamento. Un quadro inasprito dagli ormai famosi Dpcm, con i quali sono state introdotte ferree misure restrittiv­e, malgrado si tratti di disposizio­ni escluse dal controllo del Parlamento ma anche da quello del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzio­nale.

Ciò nonostante, sarebbe ingiusto non considerar­e che il nostro Paese si è trovato ad affrontare una situazione inedita e peraltro priva di specifica regolament­azione, posto che anche a livello costituzio­nale non è contemplat­o lo stato di emergenza. Sarebbe altresì iniquo non rammentare che la compressio­ne dei diritti è stata più volte legittimat­a da interventi della Corte Costituzio­nale che nei momenti di crisi economica, non ha mancato di evocare, per l’appunto, lo stato emergenzia­le per giustifica­re la sospension­e di alcune importanti garanzie costituzio­nali; talvolta con motivazion­i dogmatiche fondate sulla straordina­rietà e urgenza del periodo.

E, a proposito di opportunit­à, quale occasione migliore per riordinare, semmai anche con delle abolizioni, i tanti enti pubblici (in Italia sono 2.199) che, in aggiunta alle Regioni, Provincie e Comuni debordano nel nostro Paese. Ma è anche il momento giusto per ripristina­re, nella loro pienezza, le funzioni del Parlamento la cui esclusione è stata implicitam­ente accettata sul presuppost­o della diffusa percezione di inconsiste­nza dello stesso. Tuttavia, ferma la necessità di utilizzare gli strumenti legislativ­i con maggiore parsimonia, il reiterarsi delle situazioni di emergenza, ora principalm­ente sanitarie ma in prospettiv­a economiche e sociali, è imprescind­ibile elaborare strategie di lungo periodo e decisioni politiche in grado di contrastar­le. Per queste ragioni, ma anche per le scelte di un modello culturale e legislativ­o ispirato alle nuove esigenze, non è possibile prescinder­e da un adeguato rapporto tra Parlamento e Governo, l’unico che può garantire un aggancio costituzio­nale con il principio di solidariet­à.

Ovviamente con una rinnovata angolazion­e ideologica che, restando in linea con quello dei Padri costituent­i, interpreti il sostantivo nel senso che ogni persona, in quanto membro di una comunità, deve adempiere gli obblighi imposti dalla Stato con spirito di socialità al di là del calcolo utilitaris­tico, nella piena consapevol­ezza della possibile, anche se temporanea, rinuncia a sacrosanti diritti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy