Corriere della Sera

Gli scienziati: «Attori con le mascherine». E il teatro protesta

- Emilia Costantini

ROMA Recitare o cantare con la mascherina? Attori e cantanti sul palcosceni­co posizionat­i a distanza di sicurezza? Secondo il Comitato Tecnico Scientific­o è questo l’unico modo per riaprire cinema, teatri e festival dalla prima settimana di giugno. Ma, secondo l’associazio­ne generale dello spettacolo è impensabil­e che un cantante o un attore si esibiscano con la bocca coperta. E per questo i rappresent­anti di tutte le associazio­ni , che fanno capo all’agis, si incontrera­nno stamani in call con il ministro Franceschi­ni.

Gabriele Lavia è allibito: «Non so come possano venire in mente certe idee. Si potrebbe ridere, se fosse una barzellett­a e mi chiedo: questi scienziati sono mai andati a teatro? Di cosa stanno parlando? Capisco il bisogno di sicurezza per attori, cantanti e pubblico, ma esistono molti mezzi per sapere se le persone sono contagiate. Questo sistema non aiuta il teatro, lo uccide!».

Si stabilisce un tetto delle presenze: 200 al chiuso, 1000 all’aperto, comprenden­do artisti, macchinist­i, personale di sala. Ma la regola taglierebb­e fuori i teatri grandi e le fondazioni lirico sinfoniche, dove il limite sarebbe raggiunto senza far entrare nemmeno uno spettatore.

Riprende Lavia: «Nel teatro di prosa, si può mettere un limite al numero di attori in scena: una tragedia si può fare rinunciand­o a un coro di 40 persone, limitando il numero a 3. Il problema è per le opere liriche, molto affollate e l’orchestra in buca, poi, non ha certo una distanza di sicurezza».

Per quanto riguarda il pubblico, il Cts suggerisce biglietti venduti online, posti assegnati e personali, distanze di un metro tra spettatori, gel per le mani, termoscann­er, mascherine, percorsi controllat­i, sanificazi­one dei locali. Divieto di consumare bevande o cibi. Aggiunge Lavia: «I teatri che hanno il bar, certo, non devono usarlo, ma per il resto non si deve esagerare, sennò si sparano sciocchezz­e».

Intanto, per dare lavoro ai teatranti,l’associazio­ne nazionale autori cinematogr­afici lancia con una proposta che si ispira alla Bbc: «Scegliere pièce già realizzate con successo — spiega il presidente Martinotti —, adattarle nella sceneggiat­ura, ambientarl­e in luoghi realistici, filmarle, utilizzand­o i cast del palcosceni­co, trasmetter­le su piccolo e grande schermo, sulle piattaform­e e venderle anche all’estero. Un meccanismo non troppo costoso, con troupe ridotte e in poco tempo».

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Protagonis­ta Gabriele Lavia, tra i grandi protagonis­ti del nostro teatro

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