Allenamenti ok, ma poi?
Il Cts prende tempo, quindi via libera per il 18 Il nodo dei positivi frena però il campionato
La ripartenza Il 18 si passerà al lavoro in gruppo, tra il 7 e il 14 giugno potrebbe scattare la A ma basta una quarantena per bloccare tutto. E i nuovi contagiati in Germania preoccupano
Il Comitato tecnico scientifico si è preso qualche altra ora. Il via libera agli allenamenti collettivi per le squadre, atteso ieri, è slittato. Dovrebbe arrivare oggi, forse addirittura domani, ma il ritardo testimonia quanto sia complesso il lavoro dei venti scienziati che collaborano con il governo e quante le incertezze. Speranza, ministro della Salute, attende il documento per condividerlo con Spadafora, dello Sport, che dovrà preparare le linee guida. La ripartenza arriverà per decreto.
La volontà politica è chiara: riaccendere la spina. Il 18 maggio con gli allenamenti e a giugno con il campionato di A. Che resta un rebus. Tante le difficoltà. Le positività che hanno messo in crisi la B tedesca hanno allarmato qualche nostro presidente anche se Cellino del Brescia, il più deciso a non ricominciare, ha improvvisamente cambiato rotta: «Mi adeguo alla maggioranza. Bisogna tentare di riprendere il campionato altrimenti falliscono tutti. Io però voglio restare al Rigamonti». La logistica è uno dei problemi più complessi da affrontare per riaccendere il campionato visto che per adesso è vietato spostarsi da una Regione all’altra e che in alcune giocare sarà più complicato (o addirittura impossibile) che in altre. Poi bisognerà parlare dei trasferimenti e dei tamponi. Ma il nodo resta quello della positività, che porta alla quarantena di due settimane dell’infettato, della sua squadra e anche dei rivali se dovesse succedere a ridosso di una partita. Senza contare che da oggi le società che non li hanno ancora fatti (sette) procederanno con i test ed è lecito attendersi qualche altro contagiato.
In mezzo a mille preoccupazioni è cominciato il lavoro. Per adesso gli allenamenti sono individuali o in piccoli gruppi (con giocatori distanziati). Dal 18 si dovrebbe fare sul serio per essere pronti a giugno (tra il 7 e il 14 la finestra studiata dalla Lega). Quasi un mese di sedute per concludere un campionato che ha già una forma, ma rischia di prenderne un’altra. Gli equilibri dopo tre mesi di buio possono cambiare. La ripartenza della Juve è condizionata da due casi: Higuain e Rabiot per adesso non tornano. Quando lo faranno dovranno sottoporsi alla qua
rantena. ES arri dovrà preoccuparsi di trovare un’ alternativa al Pipita, che potrebbe non essere pronto né fisicamente né psicologicamente. Dybala, falso nove, è una soluzione. Però bisognerà tenere conto che l’argentino ha combattuto 50 giorni contro il virus. I 5 cambi favoriscono la Regina, che ha una rosa sterminata. Ma la Lazio, seconda a un punto, intende rendere dura la vita a chi ha vinto gli ultimi 8 scudetti. I bianco celesti, come Lo tito, non vedono l’ ora di giocare e sono pronti allo sprint di rincorsa.
L’inter sogna una partenza forte, come ad agosto quando ha vinto le prime sei partite di campionato, prima di cadere a Torino con la J uve. Conte cercherà il miracolo altrimenti ripiegherà sull’europa League, ma intanto deve preoccuparsi di inserire negli schemi il danese Eriksen. La Roma mira al quarto posto dell’atalanta e spera dir iavereZan iolo per losprintd’ estate. Il Napoli ha ricominciato nel giorno dell’ anniversario del primo scudetto. Per adesso lavora in due turni e su tre campi con mascherine e bottiglie d’acqua personalizzate. Il Milan aspetta oggi il ritorno di Ibrahimovic, che dovrà fare la quarantena. Pioli con lo svedese ha trovato la quadratura del cerchio tattico, ma ha bisogno dell’europa per scacciare il fantasma di Rangnick.