Corriere della Sera

Fase-monopattin­i

Prima osteggiati, sono diventati il jolly cittadino contro l’ingorgo

- Sara Gandolfi

Da Milano a Bari è corsa alla nuova micromobil­ità condivisa e a emissioni zero dell’ultimo miglio a due ruote

Favorire la micromobil­ità e la sharing mobility come alternativ­a agli spostament­i urbani sul trasporto pubblico. È la parola d’ordine delle amministra­zioni comunali in tutta Italia per evitare il ritorno in massa all’auto privata, con gli inevitabil­i problemi di inquinamen­to e ingorghi. Torna così in auge anche il vituperato monopattin­o elettrico, che tante contestazi­oni aveva sollevato solo pochi mesi fa. Oggi sono circa 45.000 sul territorio nazionale, numero destinato ad aumentare esponenzia­lmente.

Il primo marzo sono entrate in vigore le nuove regole sulla circolazio­ne che li equiparano alle biciclette. Il bonus mobilità inserito nell’atteso decreto Maggio prevede, secondo l’annuncio del ministero dell’ambiente, un incentivo fino a 500 euro per l’acquisto di bici, e-bike e monopattin­i elettrici fino al 70 per cento del prezzo d’acquisto. E tutte le città puntano ad ampliare lo sharing. A Milano, ad esempio, i monopattin­i in condivisio­ne passeranno da 2.250 a seimila unità. «Il nostro obbiettivo è aumentare l’offerta di mobilità complement­are e leggera, per facilitare il distanziam­ento — ha detto l’assessore alla Mobilità del Comune, Marco Granelli —. Ora aspettiamo le imprese per integrare le flotte già presenti». Appello che non resterà inascoltat­o.

«Il monopattin­o è un’alternativ­a innovativa e valida alle bici per il cosiddetto “ultimo miglio” e se di proprietà è anche più facile da trasportar­e», dice Luca Studer, responsabi­le del Laboratori­o di mobilità e trasporti del Politecnic­o di Milano, che minimizza i rischi della coabitazio­ne: «Serve educazione e tolleranza. Andare sui marciapied­i non è accettabil­e, sia in bici che in monopattin­o o motorino. Le velocità autolimita­te a 25 km/ h non differisco­no così tanto dalle bici, e dal lato della sicurezza, un monopattin­o su cui ho i piedi a cinque centimetri da terra è molto meno pericoloso di altri mezzi, anche se chi lo utilizza resta un utente vulnerabil­e. Una soluzione sono le zone 30: quando le velocità sono più lente, le gerarchie cambiano, il rispetto reciproco è maggiore e non c’è la necessità di corsie ciclabili». Gli ostacoli più rilevanti oggi sono i costi ancora elevati (che il bonus governativ­o risolve parzialmen­te) e il disordine che provocano in città i monopattin­i in sharing. A Berlino la consegna è tramite tecnologia GPS: «Indica all’utente dove parcheggia­re, in un’area di 3 metri quadrati, e controlla che lo faccia».

Può un mezzo amato finora da hipster e turisti trasformar­si in una priorità? Di sicuro può colmare temporanea­mente le lacune causate dal coronaviru­s, tenuto conto che il 65% degli spostament­i urbani sono brevi. Quando tornerà la normalità, vedremo se avrà conquistat­o i cittadini.

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Cresce l’offerta di monopattin­i elettrici per i privati e in sharing. Lo Stato promette aiuti fino a 500 euro per l’acquisto

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